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Lautaro Martinez: “Giocare in Europa è un obiettivo. Mi piacciono la Serie A e la Liga”

Il giocatore argentino, in procinto di arrivare all'Inter, in un'intervista concessa ad AS ha parlato del suo sogno Mondiale e pure di Messi

Eva A. Provenzano

Lautaro Martinez ha 20 anni, ma è il miglior attaccante del calcio argentino”. Viene introdotta così un’intervista realizzata da AS, al futuro giocatore dell’Inter.

 -Perché non ti accontenti nemmeno di una tripletta come hai fatto contro Cruzeiro?

Perché oltre i tre gol si fa un’analisi di tutta la partita e la rapida analisi che ho fatto mentre ero in campo è che ho perso un sacco di palloni che invece avrei potuto dare ai miei compagni. Ecco perché mi sono arrabbiato, ma sono contento perché abbiamo debuttato nella Coppa contro un avversario difficile che ha giocato bene e abbiamo vinto.

 -Per essere soddisfatto cosa devi fare in più in una partita?

Non so come sia possibile, ma non penserò mai che faccio tutto bene. Quello che fa tutto bene è Messi. E’ il mio modo di migliorare. Quando finisce una gara la guardo da capo per analizzarla. Cerco di cercare di migliorare gli errori che faccio e non ripeterli nella prossima partita.

-Tuo padre era un calciatore, che consigli ti ha dato?

Non molti, ci ha sempre dato la libertà di decidere. Ma da ragazzo, l'ho accompagnato negli spogliatoi e ho seguito i suoi allenamenti. Ho imparato molto preoccupandomi (sorride), accompagnandolo a sedute di allenamento e giochi. Mia madre è una casalinga. Abbiamo rotto molte cose in casa con il pallone quando eravamo bambini. Ma lei si diverte con noi tre a fare sport. Il più giovane gioca a basket e il più grande nella prima divisione, nel Liniers. È stato molto difficile per mia madre lasciarmi venire al Racing. Soffre perché sono andato via, ma sa che sto facendo quello che mi piace. E la mia famiglia gode del mio regalo. È bello vivere questo. 

-Come ti sei fatto posto tra nomi come quelli di Milito e Saja?

Con il lavoro. Sforzandomi. Anche se non sono ancora alla loro altezza, loro sono idoli. Con il senno di poi ti dico che venire in quel momento è stata la cosa migliore che mi sia capitata. Allenarsi con loro è stato fondamentale nella mia crescita. Ho imparato molto ascoltandoli e allenandomi. Poi quando sono arrivato in questa squadra ho capito che il club è molto organizzato a livello istituzionale ed economico. E questo ti permette di lavorare tranquillamente. Sento che non ho sbagliato a venire al Racing. Milito è stato un giocatore incredibile. Ma mi ha aiutato molto, mi ha insegnato un sacco di cose. Diego trasmette costantemente ciò che significa questo club. Mi dice sempre di divertirmi. 

-Come puoi mantenere la calma quando 35.000 persone cantano il tuo nome e chiedono che tu vada in Nazionale mentre c’è Sampaoli tra il pubblico?

Non so come spiegarlo. Dovrei farti diventare me per capire come ci si sente. Ho 20 anni, sono arrivato non molto tempo fa al club, è tutto è trascorso molto velocemente. Ho vissuto molte cose bellissime. Tutto è bello. È quello che ho sempre voluto vivere e devo sfruttarlo al massimo: ho avuto infortuni che mi hanno fatto molto male e a volte mi hanno espulso a causa dei miei errori. Oggi mi piace tutto.

-Ogni giorno pensi alla chiamata di Sampaoli?

Non ho intenzione di mentire, sono eccitato. Tutti me ne parlano e sto aspettando la chiamata. Ma io lavoro principalmente per vincere partite con la mia squadra. Quindi è una decisione del commissario tecnico.

-Hai avuto un incontro con lui, cosa ne pensi?

Ho parlato con lui quando mi sono infortunato. Abbiamo visto alcuni video miei. Abbiamo anche parlato di com'ero nella mia vita privata. È stato molto positivo. Lavoro ogni giorno per migliorarmi.

-Che cosa significa per te indossare la maglia della nazionale argentina?

E’ la Nazionale migliore ed essere nella lista dei convocati significherebbe molto per me. Anche essere nella nazionale minore mi è piaciuto molto. Non potevo incontrare Messi perché era al Barcellona allora. Ora lavoro per centrare i miei obiettivi e uno di quelli più vicini è arrivare in Nazionale. Così lavoro ogni giorno per dare il massimo al mio club e cercare di raggiungere questa possibilità.

-Come ti immagini sia giocare con Messi?

Sogno di giocare con lui e ho detto più volte che se giocassi con lui mi stancherei di segnare perché lui è il miglior giocatore del mondo e ti dà dei palloni importanti. Vorrei innanzitutto conoscerlo. Lo ringrazierei per quello che rappresenta per l’Argentina e per gli argentini. Questa è la prima cosa che farei se avessi la possibilità di incontrarlo. Sogno di giocare con lui, ma prima devo continuare a migliorare, fare meglio di quanto ho fatto e poi deciderà l’allenatore.

-Pensi che giocherai alla Coppa del Mondo?

Il sogno è quello di giocare una Coppa del Mondo, sarebbe bellissimo. Ci penso da quando ero bambino. Lavoro in questo club per questo, per migliorare ogni fine settimana, per migliorarmi ogni giorno e se poi l'occasione arriva cercherò di approfittarne. Ma c’è ancora del tempo per il Mondiale, intanto spero di avere la possibilità di giocare le amichevoli e poi verrà la Coppa.

-I tuoi esempi?

Mi piace Messi perché è bravo in tutto. Guardo Higuain in particolare, mi piace come si muove e come si sposta guardando la porta. Poi mi piace la potenza di Aguero.

- Guardi il calcio europeo? Ti piace?

Guardo di più il calcio argentino, soprattutto gli attaccanti per continuare ad imparare e osservo anche i difensori per capire come batterli.

-Giocare in Europa è un obiettivo? Hai avuto diverse offerte tra cui quella dell'Atlético de Madrid…

Giocare in Europa è un obiettivo. Sarebbe qualcosa di bello per continuare ad imparare cose. Quando ho avuto delle offerte ho voluto restare per continuare a crescere. Ho mantenuto la mia promessa, ho rinnovato il mio contratto e voglio vincere la Copa Libertadores. Poi si vedrà. Mi piacciono il campionato italiano e quello spagnolo. So che mi inserirei facilmente, mi piacciono molto.

-Perché non c’è stata la possibilità di giocare all'Atlético de Madrid? Hai parlato con Simeone?

-Ho parlato con lui, mi ha detto dell'interesse e del significato del club. Mi ha parlato anche di come ho lavorato e ho visto che potevo comunque avere un futuro nell’AM, ma ho deciso di restare al Racing per continuare a migliorare.

(Fonte: AS)