primo piano

Leo: “Sono un allenatore, non farò il dirigente. Ora serve reazione, Milito eroe”

“Le critiche fanno parte del gioco, ci sono state, c’erano state e ci saranno. Anche gli elogi a volte sono esagerati e così lo sono anche le critiche. Ma io non riesco a fare delle critiche un dramma e degli elogi una cosa...

Francesco Parrone

"Le critiche fanno parte del gioco, ci sono state, c'erano state e ci saranno. Anche gli elogi a volte sono esagerati e così lo sono anche le critiche. Ma io non riesco a fare delle critiche un dramma e degli elogi una cosa straordinaria. Sono state due sconfitte pesanti quelle subite, anche se non sappiamo ancora se sono state determinanti, ma sono state affrontate con lucidità, senza disperazione. Adesso si lavora per trovare la soluzione velocemente". Ha esordito così Leonardo, alla vigilia di Inter-Chievo, gara valida per la 32^ giornata di Serie A Tim 2010-2011.

"Il mio rapporto con il presidente Moratti è chiaro, come sempre sono stati i miei rapporti - aggiunge il tecnico nerazzurro, rispondendo a precisa domanda -. Il nostro incontro è stato sereno, per quanto possa essere sereno dopo una sconfitta così. Sereno, comunque, nel senso del parlare delle cose che non erano andate, di capire cosa pensavamo. E sottolineo una cosa, a dispetto di quello che ho letto sui giornali, io sono arrivato qui per fare l'allenatore, quando finirà questo non ci sarà altro, non sono venuto per fare il dirigente. Io sono stato preso per fare l'allenatore. E abbiamo ancora la possibilità vera di continuare a fare quello che stavamo facendo. Quello che mi lega alla società è quello che abbiamo voglia di fare. Per me non è cambiato niente con queste sconfitte, è cambiato che dobbiamo trovare una soluzione, ma non altro. Il presidente mi vede come dirigente? Il presidente mi ha visto per tanti anni come dirigente, perché quello sono sempre stato prima, ma io sono un allenatore ora. Ma anch'io a volte continuo a vedere le cose come dirigente, è normale, lo sono stato per tanti anni. Ho una visione societaria molto spesso. Cosa mi sarei detto da dirigente? Forse sarei stato meno bravo del presidente, che è stato davvero bravo. I nomi di altri allenatori accostati alla panchina dell'Inter? Non mi toccano, fa parte del gioco. Massima tranquillità davvero da parte mia. Io non ho paura di niente e non ho nulla da perdere. Io ho qualcosa da fare, non da perdere. Hanno detto anche che volevo dare le dimissioni l'altra sera ma non avevo voce e non sono riuscito a dire niente...", ha scherza poi Leonardo.

"Adesso, però, pensiamo al Chievo, abbiamo l'occasione - prosegue - di rimetterci in gioco. Il rapporto con i giocatori? Ottimo. Io non posso dire niente di negativo di nessun giocatore, per impegno, disponibilità, tutto. Loro devono stare tranquilli, non devono pensare all'allenatore, lo zoccolo duro sono loro. Questo deve essere chiaro. Così come è chiaro che io cerco sempre il meglio per la squadra. Il rapporto c'è, tutto il resto poi è il lavoro e il cercare di vincere".

"Tutte le squadre - spiega poi Leonardo - nel corso di una stagione possono passare momenti difficili, vince chi riesce a far sì che quei momenti non siano determinanti. Certo per l'Inter non è stata in generale un'annata facile, il percorso dei giocatori quest'anno non è stato facile. Nella partita contro lo Schalke ci sono però anche stati momenti di grande calcio. I gol, poi, li abbiamo presi con la difesa schierata, la difesa c'era. Poi il risultato purtroppo è il risultato".

"La voglia ci ha portato dove siamo, la troppa voglia non è una cosa negativa e ci aiuterà ancora - spiega poi Leonardo -. La troppa voglia è un grande pregio della squadra. Anche per questo, mi spiace più il processo sui giocatori che su di me, perché loro hanno fatto tanto. Mi sembra una mancanza di rispetto. Domani? Sarà una reazione di tanta voglia. E la partita di domani psicologicamente non c'entra nulla, le partite non c'entrano una con l'altra. Certo che a livello di energia cercheremo di vedere chi starà meglio. Pensiamo partita dopo partita".

Un cenno, poi, a Diego Milito: "Milito, per come l'abbiamo visto in campo, è un eroe. Un eroe, alla luce di tutto quello che aveva passato, dopo quanto era stato fuori".