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Mancini dice tutto: “Lo sfogo di Liverpool, il gelo con Moratti, il ritorno e Mou…”

Consueto appuntamento su Gazzetta Tv con la trasmissione Condò Confidential. Ospite di questa settimana, Roberto Mancini. Queste le dichiarazioni del tecnico interista alle domande del giornalista della Gazzetta dello Sport. SACCHI –...

Giovanni Montopoli

Consueto appuntamento su Gazzetta Tv con la trasmissione Condò Confidential. Ospite di questa settimana, Roberto Mancini. Queste le dichiarazioni del tecnico interista alle domande del giornalista della Gazzetta dello Sport.

SACCHI - L'Italia tornava da una gara di qualificazione, all'areoporto un giovane Roberto Mancini viene placcato dall'allora vice CT Carlo Ancelotti che alla fine non riuscì a trattenere il fantasista che arrivò da Sacchi e di fatto - racconta Paolo Condò - si "dimette" da giocatore della Nazionale. 

"Sono cose che uno fa quando è un pò più giovane poi ci ripensa e capisce che ha commesso una leggerezza. Era una partita di qualificazione mancava Baggio, inizia, poi mi sostituì con Zola. Accettare il ruolo di vice Baggio non era stato facile ma Sacchi era stato sincero con me, io accettai e la cosa andò avanti"

NAZIONALE - Persi i mondiali dell’82 perché ero giovane, ero nella lista, potevo anche andarci ma ero giovane. Con Bearzot ero molto giovane, ero in giro a NY con altri giocatori, era la prima volta per me ed ero fuori con altri ragazzi più grandi di me. Il mister si arrabbiò tantissimo e non lo chiamai perché consapevole di aver fatto una tavolata

INTERBIS - Stavo aspettando una possibilità estera piuttosto che in Italia, soprattutto poi l’Inter dove ero già stato. Adesso però, sono qua. Pensavo di far meglio come risultato finale, devo dire che i risultati ci penalizzano ma la squadra in 5 mesi è migliorata tantissimo come gioco e mentalità. Mai mi era successo in passato"

PECULIARITA’ - come si cambia l’ambiente? ho sempre giocato a calcio interessandomi di quello che facevo. Questo mi ha dato la possibilità di migliorarmi sotto i punti di vista dandomi la possibilità di fare l’allenatore. Anche adesso nonostante i risultati non siano stati eccellenti giudico tutto una cosa positiva

GIOCATORE - da giocatore uno fa qualcosa che ti viene naturale, un colpo, una giocata. Da allenatore viene giudicato solo attraverso i risultati, io ci metto sempre impegno nel fare le cose.

BOSKOV - I primi tempi che allenava in Italia e stavamo preparando la partita disse “Luca attaccante, Roberto attaccante” - “no mister attaccante non gioco, seconda punta piuttosto” - “ok allora punta libera”

MANTOVANI - Mi faceva arrabbiare perché pagava più Vialli (ride ndr). Con lui i contratti erano qualcosa di incredibile, ti invitava a casa, grande serata e alla fine…mi dava sempre meno di Vialli. Lo faceva per farmi innervosire ma voleva bene a tutti quanti

VIALLI - siamo grandissimi amici anche se le strade si sono divise e ci vediamo poco. Abbiamo vissuto tanti anni insieme poi è successo che una volta non ci siamo parlati per un pò perché in allenamento - durante una partitella - mi chiamò “Mancini”. Poi però in una partita casalinga gli misi la palla sulla testa per fare gol…e poi grazie anche all’apporto di tutta la squadra facemmo pace.

SLIDING DOORS - Milan o Juventus? probabilmente in una squadra maggiore sarei cresciuto più in fretta e avrei vinto di più ma sicuramente non avrei conosciuto persone e vissuto quegli anni irripetibili ed è meglio così alla fine di tutto

LO SFOGO DI LIVERPOOL - C’erano cose che si trascinavano da tempo. Il medico? Diverse cose non andavano bene secondo me. Di Mourinho il Presidente non mi disse nulla, si arrabbiò molto ma anche io lo ero per altre cose. Lui voleva sapere se avevo intenzione di continuare e finimmo il campionato.

PARMA - Gioia polemica? no, assolutamente. La Roma aveva recuperato dei punti e l’ultima gara fu molto tesa. Poi giocammo la finale di coppa Italia a Roma che perdemmo 2 a 1 e alla fine non mi aspettavo l’esonero. Lessi un articolo la mattina che andai dal Presidente. Mi chiamò e mi comunicò questa decisione. Non mi sembra fece il nome di Mourinho, forse lo annunciarono qualche settimana dopo. In quel momento ci fu un pò di gelo ma mi diede comunque una grande possibilità. 

MOURINHO - Penso sia un bravo tecnico capace di tenere il gruppo. Geloso del Triplete? Sul triplete credo sia umano pensare che avrei potuto vincerlo io ma credo anche che alla fine le cose capitano perché devono accadere. Forse doveva andare così

DERBY DI MANCHESTER - vincere 6 a 1 all’Old Trafford rimane un ricordo indelebile. Contro lo United vincere facendo 6 gol…Ferguson rimase un pò scosso. Ci bevemmo un buon rosso a fine gara, un vino di alta qualità. Aveva degli ottimi vini. Ancelotti al Chelsea invece offriva un caffè incredibile, poi dopo vincemmo la partita e non mi fece più entrare.

INFANZIA - Quando la mia famiglia mi portò nel piazzale di Casteldebole, fu un momento bellissimo perché per uno che vuole fare il calciatore è il giorno più bello della tua vita. Allo stesso tempo però a 13 anni sei via dalla tua famiglia e di colpo cambia la tua vita. Non è stato così semplice ma il mio sogno era quello di fare il calciatore .Per un anno ho sofferto molto e adesso uno non ci pensa ma 13 anni sono pochi pochi. A Bologna poi trovai l’ambiante ideale perché loro sono molto caldi.