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Messi: “L’Inter non mi ha sorpreso, giocano a memoria e tiene testa alla Juve. Il futuro…”

L'attaccante del Barcellona ha parlato dei suoi desideri e dell'Inter che ha affrontato in Champions

Andrea Della Sala

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, il fantasista del Barcellona Lionel Messi ha parlato del suo futuro, ma anche dell'Inter che ha affrontato poco fa in Champions League:

Cristiano Ronaldo che ha giocato in 4 Paesi diversi la invita spesso ad uscire dalla sua comfort zone blaugrana, a misurarsi con un altro campionato. Accetterà la sfida?

«Ognuno di noi cerca le esperienze che ritiene migliori per se stesso. Io non ho mai avuto la necessità di abbandonare il miglior club del mondo, che è il Barcellona. Qui mi godo ogni allenamento, ogni partita e la città. Nel complesso si tratta di un’esperienza super completa e ho sempre avuto chiaro in mente qual è il mio obiettivo qui senza aver bisogno di andare a cercarlo altrove».

Cristiano e Ibrahimovic non perdono occasione di promuoversi. Lei no.

«Io preferisco che siano gli altri a parlare di me. So ciò che sono, quello che ho fatto e ciò che posso ancora dare, però me lo tengo per me. Che siano gli altri a commentare, a me non piace parlare di me stesso, preferisco sempre pensare al collettivo».

La sua unica partita intera della stagione è stata finora quella contro l’Inter. L’ha sorpresa la squadra di Conte?

«No, perché la stavamo seguendo da un po’ e sapevamo ciò che avremmo affrontato. Io l’avevo vista in campionato, dove è partita benissimo, nel quale sta lottando alla pari con la Juve, cosa per niente facile né scontata. Sapevamo che quella di Conte è una squadra molto ordinata, che gioca a memoria, che ha già ben chiari i propri automatismi e che ci avrebbe creato delle difficoltà. E così è stato».

Ha detto di avere un sonno profondo. Cosa sogna?

«Di continuare a vincere trofei con le mie squadre, m’interessano più dei premi individuali, che poi sono la conseguenza di quanto fatto insieme ai compagni. Per questo ho ringraziato Luis Suarez e Jordi Alba, che mi hanno accompagnato alla cerimonia della Scarpa d’oro, sono i principali artefici dei gol che mi hanno portato alla vittoria. E poi sogno di vincere di nuovo la Champions. Questa è la grande sfida: mettere un’altra Champions in bacheca anche perché è una cosa che poi porta con se i riconoscimenti individuali. Ma ripeto, vincere The Best, il Pallone d’Oro o il Puskas non fa parte dei miei obiettivi: se succede, meglio, ma se non arrivano non è un problema».

La Champions?

«È importantissima e la vogliamo vincere ogni anno, però è la Liga che ti permette di farlo. Il campionato ti mantiene in forma e ti dice come stai. E poi siamo il Barcellona: non si sceglie un obiettivo, si parte per vincere sempre tutto». Trentaquattro trofei in 15 anni sono li a dimostrarlo.

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