Diego Milito, questa volta intervistato dal Corriere della Sera parla della tanto attesa sfida di campionato con la Juventus:
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Milito: “Domani capiremo chi siamo. Con Palacio ci capiamo al volo, e sul futuro…”
Diego Milito, questa volta intervistato dal Corriere della Sera parla della tanto attesa sfida di campionato con la Juventus: Milito, perché nemmeno l’Inter di Mourinho, quella dello scudetto e/o quella del triplete oppure l’Inter di Leonardo...
Milito, perché nemmeno l’Inter di Mourinho, quella dello scudetto e/o quella del triplete oppure l’Inter di Leonardo (17 vittorie in 23 partite) sono riuscite a vincere a Torino con la Juve?«Non credo ci sia un blocco psicologico; Juve-Inter è sempre stata una partita molto complicata e abbiamo sempre affrontato un’ottima Juve. Ci proviamo domani; mi auguro che l’Inter di Stramaccioni ce la possa fare».
L’Inter si presenta a Torino da seconda in classifica: siete voi l’anti-Juve? «Vediamo domani. Quello che è chiaro, al di là della Juve, è che siamo sulla buona strada. Stiamo facendo bene, anche se dobbiamo crescere ancora molto, come è logico, per una squadra che ha cambiato tanto».
È vero che state facendo meglio di quanto si potesse immaginare all’inizio della stagione? «Non so, perché quando si comincia, c’è sempre l’illusione o la speranza di fare molto bene e di arrivare in alto. Vediamo dove riusciamo ad arrivare, ma è sicuro che abbiamo assimilato in fretta il nuovo sistema di gioco e questo è importante».
Stramaccioni ha sorpreso tutti: 13 punti in più di un anno fadopo dieci giornate; il secondo posto; continui cambi di formazione per scegliere i migliori. Il paragone con Mourinho ha un senso o è calcisticamente blasfemo?«Eviterei questo genere di discorsi. Mourinho ha vinto tutto, il nostro mister di adesso è all’inizio della carriera. Il punto in comune è la loro capacità di fare arrivare il messaggio giusto ai giocatori e di tirar fuori il meglio da ciascuno».
Un anno fa la difesa a 3 era stata la causa di tutti i mali; quest’anno ha cambiato la storia della stagione. Che cosa è successo?«Forse non c’erano i giocatori adatti a questo sistema di gioco oppure c’è stato poco tempo per lavorare. Ora la situazione è molto diversa: con questo sistema di gioco ci sentiamo più sicuri ed equilibrati».
In compenso, un Milito con la gamba così lucida e capace di operare cambi di direzione sorprendenti non si era visto nemmeno nella stagione del triplete. E questo al di là dei gol che si segnano o che si sbagliano e nel 2009-2010 ne aveva segnati 30. C’è un perché? «Non ho cambiato modo di lavorare e nemmeno i carichi di allenamento. Il motivo è semplice: ho fatto il ritiro estivo, quello che avevo saltato negli ultimi due anni per via del Mondiale e della Coppa America. Un bel vantaggio».
Bergomi, che di calcio se ne intende, sostiene che nessuna squadra italiana abbia tre giocatori d’attacco forti e bene assortiti come l’Inter. Ha ragione?«Intanto ringrazio. Non so se siamo i più forti; di certo abbiamo trovato un equilibrio importante fra di noi e abbiamo molte soluzioni per mettere in difficoltà gli avversari».
L’Inter con Palacio è frutto dei vostri viaggi in auto insieme per e da Appiano Gentile?«Serve tutto. Siamo amici, passiamo tanto tempo insieme. In campo ci capiamo al volo».
Cassano così determinante è una sorpresa?«No, assolutamente. Lui è un giocatori straordinario, che sa metterti la palla giusta in qualsiasi momento. Ed è uno che si gode la vita e fa ridere tutti: un bel personaggio e una persona ottima».
Quattro punti dalla Juve sono tanti o sono pochi? «Non sono né tanti, né pochi. La Juve sta facendo un campionato straordinario, 28 punti su 30 disponibili sono un risultato eccezionale. Se continua così, sarà difficile prenderla. Però siamo all’undicesima giornata e il campionato è lungo. Quella di domani non è ancora una sfida decisiva e noi andiamo a Torino per provare a metterli in difficoltà, sapendo che anche noi siamo in un buon momento».
Chi manderebbe in tribuna fra Pirlo e Vucinic?«Bella lotta. Voto per Pirlo, perché è lui che fa il gioco della Juve. Fondamentale».
Il 25 marzo 2012, la domenica dell’ultimo Juve-Inter (2-0), era andato in gol Del Piero. Che effetto fa vederlo in Australia?«Credo stia bene e sia contento della scelta, ma il calcio italiano ha perso un grandissimo campione. Senza di lui,qualcosa perde anche questa partita. Lui è un mito che tutti vorrebbero affrontare».
L’assenza di Conte in panchina in una partita speciale come Juve-Inter può pesare?«Se fossimo alla prima giornata di campionato, avrei detto di sì, ma vedo che la Juve vola e visti i risultati non sembra aver risentito di questa assenza».
Il designatore Braschi ha spiegato che gli arbitri sbagliano,come a volte sbagliano i giocatori. È d’accordo con questa idea?«Sì. Poi, come per i giocatori, ci sono errori ed errori. Quello che è successo a Catania è grave; tutti hanno visto. Può capitare, perché siamo uomini e si sbaglia».
Julio Cesar, invece, ha detto che, dopo Calciopoli, chi arbitra la Juve non ha la giusta serenità... «Può essere. Se per un momento cerco di mettermi nei panni degli arbitri, posso pensare che non sia facile per loro».
Se gli arbitri sbagliano a favore delle grandi, torna la vecchia storia della sudditanza psicologica. È giusto dirlo?«Per me ci sono solo degli errori, che nel calcio ci possono stare».
Il suo contratto scade nel 2014. C’è aria di rinnovo? «Il 2014 è lontanissimo. Io qua sto molto bene. L’Inter sarà la mia ultima squadra europea, poi vedremo».
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