E' stato presentato ieri, all'Hotel Savoy di Avellaneda, come nuovo giocatore del Racing l''ormai ex Principe nerazzurro Diego Milito. E' stato presentato al suo ritorno a "casa" dopo 10 anni, ben 10 anni e un'intera carriera passati all'estero: oggi ha sostenuto il primo allenamento da attaccante del suo nuovo club, ma Milito, al termine della presentazione di ieri, ha voluto rilasciare un'intervista esclusiva al celebre quotidiano argentino Olè.
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Milito: “Dovevo tornare al Racing, non poteva passare altro tempo. Voglio vincere ma…”
E’ stato presentato ieri, all’Hotel Savoy di Avellaneda, come nuovo giocatore del Racing l”ormai ex Principe nerazzurro Diego Milito. E’ stato presentato al suo ritorno a “casa” dopo 10 anni, ben 10 anni e...
Queste le parole di Diego, nel primo giorno della sua nuova vita al Racing: "Sentivo che era il momento di dare una mano al club che mi ha dato la possibilità di fare la carriera che ho fatto. Non potevo far passare altro tempo poiché, alla mia età, so che non mi resta ancora molto tempo per dare tutto quello che ho come giocatore. E prima di chiudere e di mettere la parola “fine” dovevo aiutare il Racing".
Cosa è stato a farti decidere di tornare? Quando hai deciso di farlo?
"Ci stavo pensando da più di un anno. Da quando me ne sono andato da qua, appena lasciato il Racing da giovane ho iniziato a pensare di ritornare un giorno. C'è di più: ero sicuro di andare al Genoa per tre anni e mezzo per poi ritornare subito. E invece hanno finito per essere quasi undici anni via da qua, eh. Ieri è stato un giorno di grande gioia per me. Ho fatto quello che mi diceva il cuore, quello che mi indicava il sentimento. Se Dio vorrà, il Racing sarà la mia ultima squadra".
Già sai cosa vuol dire essere campioni con il Racing…
"Sì, e il sogno di ripetere quel trionfo c’è. Il primo sogno già compiuto è essere di nuovo Racing: chiaro che penso al meglio per questa avventura e per questo progetto. E spero di fare ed ottenere le cose più importanti qui".
Per tornare a vincere come a quei tempi, cosa deve recuperare il Racing?
"Principalmente, ha bisogno di costruire un buon gruppo, una squadra competitiva che si addica e accetti totalmente l'idea di Cocca (allenatore del Racing, ndr). Lui è un tecnico con le idee molto chiare, con tanta voglia, tanta carica. Ma quello che più chiedo al Racing è l’unione: questo sarà fondamentale per raggiungere obiettivi importanti, sapendo oltretutto che arriverà un semestre difficile dal punto di vista politico e societario (per le elezioni, ndr). Sarebbe ottimo se il Racing potrà essere protagonista non solo di questo torneo ma anche in futuro".
Com’è aver firmato questo contratto tanto desiderato?
"Guarda, quando parlai con Victor (Blanco) gli ho sempre chiesto quale sarebbe stata la linea, quale il progetto. E mi ha sempre risposto che la volontà era solo quella di essere protagonisti, con un’idea ferma e non removibile. Il Racing è un grande club e, per questo, deve inevitabilmente lottare in tutti i campionati. Gli obiettivi devono essere raggiungibili, o per lo meno combattuto fino alla fine, per questa squadra. Dobbiamo cercare di farlo, dobbiamo provarci, sempre".
Che esito hanno avuto i colloqui che hai tenuto con alcuni giocatori per convincerli a seguirti al Racing?
"No no, è stata un’idea di tutti. Io ho parlato soltanto con due giocatori su richiesta del presidente per vedere se volevano tornare. Mi piacerebbe che in futuro tornassero tutti i giocatori che hanno lasciato il club in questi anni, giocatori come Lisandro Lopez o come Maxi Moralez. Sarebbe qualcosa di bello per il senso di appartenenza a questa maglia e questa società, e allo stesso tempo sarebbe molto buono per me".
Come hai visto l'ultima stagione del Racing?
"Mi ha deluso molto. Perchè l’ho vissuta sia da tifoso che da calciatore, e sapevo che cosa volesse dire soffrire per il popolo del Racing. Ho visto una squadra andare incontro ad una serie di sconfitte dalle quali era difficile uscire. C’è bisogno di cambiare la mentalità, con un nuovo allenatore e un piano di squadra del tutto rinnovato. Speriamo di riuscire a costruire una squadra competitiva come tutti noi desideriamo".
In cosa consiste questo cambio di mentalità di cui parli?
"Da quello che ho sentito da Cocca, dovrà essere un cambio molto positivo e offensivo. Questo è quello che mi piace, quello che potrà permetterci di giocarcela su tutti i campi".
I tifosi ti guardano con un occhio attento per la tua età. Come ti prepari per questo?
"E’ normale. E mi è successo anche in Italia. Nel mio ultimo anno all’Inter ero uno dei più grandi di tutta la rosa. E’ logico che i tifosi vogliano vedere come rispondo dopo il grave infortunio al ginocchio, io mi sento molto bene sia fisicamente che mentalmente. Però non vengo qui per essere il salvatore della patria, e l’ho detto a Blanco sin dal primo giorno che ci siamo visti in Italia. Posso dare il mio appoggio, posso contribuire alla causa del Racing, ma questo è un gioco di squadra e per questo c’è bisogno di costruire un gruppo importante affinchè possa aiutare il club a tornare in alto. Altrimenti, non sarà facile. Comunque la sfida non mi spaventa affatto, anzi, mi incoraggia molto".
Che Milito se ne andò nel 2004 e quale è tornato adesso?
"Il calcio europeo mi ha reso più attaccante, numero 9. Qui ho giocato più lontano dall’area, come seconda punta. In Europa, e soprattutto in Italia, mi hanno insegnato a muovermi di più all’interno dell’area di rigore, partecipando - allo stesso tempo . molto di più al gioco lontano dalla porta, senza aspettare e attendere i palloni, staticamente, nell’area avversaria. In questo, negli anni, sono maturato, maturato molto".
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