Obiettivo mille, mille presenze da professionista: è questo il traguardo che Javier Zanetti raggiungerebbe scendendo in campo domani, contro la Roma, nel ritorno della semifinale di Tim Cup: "Sono orgoglioso di arrivare a questa cifra, 1000 partite molto sentite tutte quante, e arrivare a questo traguardo è per me davvero importante. Finora ho collezionato 33 presenze con il Talleres, che è stata la mia prima squadra, 66 con il Banfield, 12 con l'Under 23, 140 con la Nazionale maggiore e 748 con l'Inter: totale 999. Se dovessi giocare contro la Roma arriverei appunto a 1000, un traguardo importante. Nella mia carriera ho fatto sempre tutto con passione, il calcio mi ha sempre dato tanto e io ho cercato sempre di rendermi utile ogni volta che ne ho avuto un'opportunità. Arrivare a questa cifra è anche importante perché non ci sono tanti giocatori che ci arrivano, sono solo nove, io sarei il decimo, e i loro nomi sono tutti molto importanti. Essere fra loro è un motivo di orgoglio", parla così capitan Zanetti, quasi commosso, alla vigilia del match che si giocherà domani sera al "Meazza".
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Mille giorni di noi e Zanetti: “Grazie interisti, il vostro affetto non lo dimentico”
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A proposito degli altri nove 'millenari' - Peter Shilton, Ray Clemence, Pat Jennings, Alan Ball, David Seaman, Paolo Maldini, Andoni Zubizarreta, Roberto Carlos, Tommy Hutchinson - il capitano nerazzurro rammenta in particolare "Roberto Carlos e Paolo Maldini, due persone che ho sempre ammirato molto: poterli raggiungere mi rende felice. Maldini ha dato tantissimo al calcio mondiale e da quando sono arrivato in Italia l'ho sempre stimato per la carriera che ha fatto e per la persona che è. I derby con lui come avversario sono sempre stati molto sentiti ma anche molto leali, ho dei grandi ricordi".
Zanetti parla poi del suo atteggiamento in campo e fuori dal campo nel corso della sua carriera: "Mi sono comportato sempre per quello che sono, cerco sempre di essere me stesso, che è la cosa che mi interessa di più". E a quanto pare questo ha il suo effetto non solo sui tifosi nerazzurri ma anche, talvolta, su quelli di altre squadre: "Mi fa un enorme piacere incontrare persone che magari non sono tifosi dell'Inter eppure mi fanno i complimenti, questo è un grande riconoscimento. Sarò un momento importante per noi domani, perché si tratta della semifinale di Coppa Italia contro una grande avversaria come la Roma, speriamo di poter festeggiare in pieno. E dopo... voglio continuare, facendo 1001, 1002, etc, finché arriverà il momento che dirò basta".
Il capitano fa poi cenno al primo allenatore avuto da professionista, Norberto D'Angelo, al Talleres: "D'Angelo mi ha dato la prima possibilità di poter iniziare questa avventura con il calcio che mi ha portato fin qui, gli sono grato".
I ricordi si spostano poi all'arrivo all'Inter: "Il mio primo allenatore fu Ottavio Bianchi. Il primo compagno di stanza alla Pinetina, Roberto Carlos: eravamo nuovi acquisti dell'Inter in quel periodo ed eravamo in camera insieme. Il mio primo compagno, in realtà, fu Benny Carbone, a Cavalese, in ritiro; poi Roberto Carlos quando iniziarono le partite".
Infine, un ringraziamento particolare: "Grazie a tutti i tifosi che ho avuto, che mi hanno sempre dimostrato tanto affetto e questo non si dimentica".
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