L'edizione odierna de La Stampa ha pubblicato una lunga intervista a Luciano Moggi dopo la sentenza che lo ha visto condannato a 5 anni e 4 mesi per associazione a delinquere. Questi i contenuti.
primo piano
Moggi: «Sorpreso per atteggiamento Juve. Italia mondiale nel 2006 grazie a me»
L’edizione odierna de La Stampa ha pubblicato una lunga intervista a Luciano Moggi dopo la sentenza che lo ha visto condannato a 5 anni e 4 mesi per associazione a delinquere. Questi i contenuti. Resterà il solo a pagare? «Non temo niente,...
Resterà il solo a pagare?«Non temo niente, penso solo al momento in cui tornerò in aula per l’appello: il verdetto sarà completamente diverso...».Moggi unico promotore della vicenda e Juventus che da un paio di giorni è uscita dal processo...«In campo non andavo certo io. Mica stiamo parlando di Moggi-Udinese o Moggi-Lazio: non capisco e sono sorpreso per l’atteggiamento del club. Come si fa a pensare che non facessi gli interessi della Juve? Li ho fatti anche con le sim straniere: ero pedinato e intercettato, dovevo difendere le nostre strategie di mercato. Me le hanno comprate loro. Andrea Agnelli fa benissimo a chiedere la restituzione dei due scudetti, li abbiamo vinti meritatamente perché eravamo i più forti».Ma in quella Juve, chi era il vero rappresentante legale del club con diritto di firma?«Antonio Giraudo. Lui, per me, era la società e a lui spettava mettere la firma anche per un euro di spesa. Io facevo la squadra».In questi mesi, lei ha più volte usato parole al miele per la nuova Juve. Ora si è rotto qualcosa?«Le ho usate e lo rifarò. Per me non è cambiato niente, però quanta fretta a prendere le distanze ora che nessuno può più chiedere i danni alla società bianconera».Ritorniamo al momento della lettura delle sentenze...«C’era un silenzio, uno strano silenzio in aula. Ho immediatamente pensato che avremmo fatto bene anche noi a chiedere la ricusazione del collegio, così come fatto dall’accusa in più di un’occasione. Non c’era serenità fra le tre donne giudici, da quando le due a latere avevano testimoniato contro la presidentessa Casoria».É vero che come dice il suo grande accusatore, il pm Narducci, lei si è difeso più puntando l’indice sul coinvolgimento di altri protagonisti che pensando a smontare le accuse sul suo conto?«Narducci, adesso, è in Comune a fare l’assessore. Bene, farebbe meglio a stare zitto. Ma come si fa a condannare una persona per un vantaggio di gioco non fischiato come nel caso di Kakà contro la Juve? Narducci fa il politico, Palamara, mio accusatore nel processo Gea, è diventato segretario nazionale dell’Associazione magistrati: se mi fanno un altro processo diventano Presidenti della Repubblica (ride, ndr)».Moggi è la rovina del calcio italiano?«Moggi, al calcio italiano, ha fatto vincere un Mondiale: andatevi a leggere come era composta l’Italia a Berlino».Il più grosso rimpianto?«Vedere andare in fumo il duro e vincente lavoro mio e di Giraudo. A Napoli è finito solo il primo round, aspetto il secondo per la rivincita».
© RIPRODUZIONE RISERVATA