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Mura: “All’Inter serve uno psicologo? Non ne basterebbe uno…”

Riportiamo uno stralcio dell’intervista realizzata a Gianni Mura da Giuseppe Smorto, pubblicata su Repubblica. Gianni, magari è solo una questione di apparenze. A Moratti non piacciono quelli con la faccia triste, Come Benitez. O come...

Giovanni Montopoli

Riportiamo uno stralcio dell'intervista realizzata a Gianni Mura da Giuseppe Smorto, pubblicata su Repubblica.

Gianni, magari è solo una questione di apparenze. A Moratti non piacciono quelli con la faccia triste, Come Benitez. O come Cuper."Puo' essere, ma credo sia soprattutto una questione di risultati. Nell'Inter sembra non esista un limite al peggio".

Ho l'impressione che l'insofferenza sia nata subito."Posso essere più d'accordo, ma la chiamerei minore fiducia, dopo un colpo come il triplete, e senza dimenticare che, senza la Samp, lo scudetto lo avrebbe vinto la Roma".

Non ti seguo, l'importante è il risultato."Su quello ha ragione Mou al cento per cento. Ma siccome c'è chi si ostina a valutare il come si arriva alla vittoria, col senno di poi, si puo' dire che l'Inter che aveva mollato tredici punti alla Roma mandava già un segnale di difficoltà e di stanchezza".

E qui arriviamo al punto. Mou è stato bravo a tenere saldo il gruppo, ma il club non ha colto certi segnali."Evidentemente sì, ma per onestà cronistica devo dire che non l'avevo capito nemmeno io, nella lettura della palla di lardo. L'unica attenuante che ho è che il Milan non aveva ancora comprato Ibrahimovic. Voglio dire che l'Inter era comunque sulla carta molto più forte della concorrenza. In più, nessuno ha ben capito perché Oriali sia andato via".

Senza dire una parola."Mi piacerebbe conoscere i veri motivi della sua uscita".

Oriali si occupava del mercato, insieme a Branca. Per caso Moratti ha voluto metter becco?"Secondo un'opinione diffusa, chi mette i quattrini mette in qualche modo il becco. Per me è stato un errore non comprare almeno un giocatore di spicco a Benitez, unico della storia della presidenza Moratti. Scafati come sono, i calciatori hanno capito che ci sono allenatori coccolati e altri no".

L'Inter ha sempre avuto un segno di imprevedibilità."I campioni del su e giù si sono dati negli ultimi anni una costante di vertice, approfittando anche di situazioni contingenti: la Juve nel calcio-scandalo, Berlusconi che non spendeva, la Roma in crisi societaria.

E il presidente ha detto: qui ci vuole lo psicologo."Sono d'accordo. Ma non ne basterebbe uno, ce ne vorrebbero tanti, anche per qualche giocatore".

Moratti deve guardarsi allo specchio? In questi anni li ha visti passare tutti."Per questo scorcio di stagione sì. E' come se Benitez fosse stato precario fin dal primo giorno, il classico traghettatore".

Ma il presidente non era riuscito a mantenere un rapporto equilibrato nemmeno con Mancini, che pure aveva vinto, almeno in Italia."Pure Mancini ha il suo caratterino, vedi Manchester. Il n.1 aveva trovato in Mourinho l'allenatore ideale: e cioè quello che aveva in mano la squadra, che s'inventava la frase a effetto e ammaliava la stampa, con una specie di pressing sul mondo".

In tutto questo, ho trovato curioso -ma non sono milanese e non posso capire - la vibrata protesta dell'Inter per la mancata assegnazione dell'Ambrogino d'oro."Non l'ho capita neanch'io che a Milano ci sono nato. Sarebbe stato più elegante sorvolare, non è che l'Ambrogino sia il Nobel o il Pallone d'Oro, tu guardi le facce della Giunta che te lo consegna e pensi ad altro. Ricky Gianco, per dire, coerentemente l'ha rifiutato".

Tornando al campo e augurando all'Inter tutte le vittorie possibili, non mi viene in mente un nome che possa reggere questa situazione."A me sì. Intanto è difficile che la regga Benitez, e quindi un nome bisogna trovarlo. Ma molto dipende da un particolare non secondario: Moratti ha oppure no il sì di Guardiola per il prossimo campionato?".

Perché Guardiola dovrebbe lasciare il Barcellona?"Io non mi muoverei da lì: ma, come è successo a Mourinho, potrebbe esserci il desiderio di confrontarsi con una nuova realtà. Ormai sembra quasi obbligatorio, a certi livelli, fare il triangolo Spagna, Inghilterra, Italia, in ordine variabile".

Mi pare che l'Italia conservi uno scarso appeal."Non per Guardiola, che ha degli ottimi ricordi, vedi Mazzone"

E gli altri nomi?"Due fedelissimi della Casa, in caso di traghettamento. E cioè Zenga e Simeone, che tra l'altro al momento è l'unico libero. Se si investe sul futuro, penso a Spalletti".