Radja Nainggolan si è raccontato in una lunga intervista ai microfoni del Romanista. Ha parlato di tutto: dal tema del suo ruolo, che con Di Francesco è cambiato, alla scelta di rimanere a Roma. Passando ancora una volta per la sconfitta contro l'Inter, rea di aver sollevato i primi dubbi nei confronti del nuovo assetto dei giallorossi:
primo piano
Nainggolan: “Qui a Roma ho tutto. Il mio ruolo? Invenzione di Spalletti. Colpa dell’Inter se…”
Il centrocampista belga ha parlato della sua scelta di rimanere in giallorosso e di quanto la sconfitta contro i nerazzurri abbia influenzato le critiche alla squadra di Di Francesco
Il ruolo - "Dieci metri più avanti o più indietro a me non cambiano niente. Dove gioco gioco. Mica voglio negare che lo scorso anno sia stata la miglior stagione per me, ho fatto tanti gol e tante partite importanti. Ma io ho sempre fatto la mezz’ala, sto solo cercando di riabituarmi al ruolo. Io non sono un trequartista, di solito quelli che giocano lì sono giocatori alla Ronaldinho. Il mio ruolo l’anno scorso è stata un’invenzione di Spalletti e si è rivelata perfetta per me. Ma ora sono tornato al vecchio ruolo e anche questa posizione a perfetta per me. Stiamo parlando di niente."
Perché Radja è rimasto a Roma - "Io voglio fare meglio dell’anno scorso, questo è chiaro. Se sono rimasto a Roma è perché voglio vincere con questa squadra, questa maglia, questa piazza. Sarà un’emozione che non si può descrivere. Spero che prima o poi possiamo festeggiare qualcosa. Carrasco mi ha chiesto perché sono rimasto. Gli ho risposto che qui ho tutto e che vincere qui sarà bellissimo“.
La sconfitta con l'Inter - "Il mister vuole fare giocare bene questa squadra, noi siamo con lui. Ci è mancato solo il risultato con l’Inter. Se avessimo vinto noi 3-1, e la partita ce ne avrebbe data la possibilità, nessuno avrebbe sollevato il problema del sistema di gioco. Ma questo è il calcio. A Bergamo abbiamo giocato peggio e vinto e tutti ci hanno elogiato, con l’Inter abbiamo giocato meglio e perso e vengono fuori tutti i dubbi".
(Il Romanista)
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