Rodrigo Palacio è il protagonista di Inter Review, format del canale tematico nerazzurro. Il calciatore ha ripercorso la stagione.
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Palacio: “Ho giocato e segnato poco, ma do sempre il massimo. Il mio sogno qui…”
Rodrigo Palacio è il protagonista di Inter Review, format del canale tematico nerazzurro. Il calciatore ha ripercorso la stagione.
Queste le parole dell'attaccante argentino:
-Trenza?
Dopo l'ultima partita, quando smetto di giocare, la taglio. Me l'ha chiesta mia figlia, quindi l'avrà lei.
-Com'è andata questa stagione?
A livello personale non sono molto contento per la stagione, volevo giocare di più, ho giocato poco, non ero abituato a stare così tanto in panchina, ma quando entravo in campo provavo a fare il meglio affinché mi vedesse il mister, ma comunque alla fine ho giocato poco. Non sono contento del tutto, ma l'importante è sempre la squadra e che la squadra vinca.
-Il gol che non arrivava?
Ero preoccupato e ancora sono preoccupato perché ho segnato poco, per quello ho giocato poco penso, perché se un attaccante non segna è difficile che il mister t schieri. Sono arrabbiato, ma comunque ho aiutato facendo assist oppure a livello tattico, ho aiutato così.
-Rinnovo con l'Inter?
La società mi ha dimostrato la sua fiducia, anche l'allenatore. Sono contento di aver prolungato per un altro anno, anche s non sto giocando come non sto giocando prima.
-Cosa ti rende orgoglioso di quello che hai dato?
Sono orgoglioso perché penso sempre alla squadra, ai compagni. Sono contento anche se segna un altro e lo dimostro quando entro, perché do il massimo per tutti e per vincere. Ho sempre giocato per la squadra, anche in passato.
Tante ammonizioni?
Perché sono nervoso perché gioco poco (sorride, ndr). Cinque gialli ho preso, sono normali, non sono tanti.
-Nazionale: si pretende troppo dai calciatori?
E' bello giocare con la Nazionale, la stanchezza quindi la dimentichi tranquillamente. Trovi tanti compagnia che di altre squadre, sei contento, la stanchezza se sei felice non la senti tanto.
-Ti senti leader?
No, non mi sento un leader, parlo poco, non sono uno che parla molto. io lavoro, mi alleno, cerco di fare il meglio per la squadra. Come Samuel? Eh sì, lui parlava poco. Quando sono arrivato qui quattro anni fa c'erano tanti leader ed era diverso.
-Sogno?
Fare bene, portare l'Inter dove merita die essere, cioè in Champions, ma anche vincere lo scudetto, so che è difficile, ma sarebbe un bel sogno. A livello personale spero di giocare di più, fare tanti gol e aiutare la squadra a raggiungere gli obiettivi.
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