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Pazzini: “Samp in B? Non è colpa mia! Io mister zero tituli? Ma ora sono all’Inter…”

Qualcuno si permette di chiamarlo mister ‘zero tituli’. Ma Giampaolo Pazzini mezzo titolo l’ha già vinto un anno fa, quando ha segnato (con la maglia della Samp) due gol alla Roma e ha di fatto riconsegnato lo scudetto nelle...

Eva A. Provenzano

Qualcuno si permette di chiamarlo mister 'zero tituli'. Ma Giampaolo Pazzini mezzo titolo l'ha già vinto un anno fa, quando ha segnato (con la maglia della Samp) due gol alla Roma e ha di fatto riconsegnato lo scudetto nelle mani dell'Inter di Josè Mourinho. Non poteva immaginarlo che l'anno dopo sarebbe diventato nerazzurro per davvero. "Mi prendono in giro - dice - perché non ho mai vinto nulla, ma forse ora, questa storia può finire. Non aspetto altro che giocare la finale di Coppa Italia". 

Destino vuole che sia da giocare proprio contro il Palermo, la stessa squadra che nel primo giorno da interista gli ha ispirato una doppietta in rimonta che ha spalancato il cuore dei tifosi presenti a San Siro. "Li ricordo volentieri, l'esordio con l'Inter è andato bene e ho segnato contro di loro anche nello spareggio dell'anno scorso", sostiene. 

Non parlategli di tatuaggi, tantomeno di balletti alla Boateng. Parlategli piuttosto di gol, il suo mestiere e vi risponderà: "Ne ho fatti undici, mi sono confermato, ma non mi piace guardare indietro, penso già all'anno prossimo. Il mio contratto prevede un bonus per i gol".

"Avrei potuto salvare la Samp? Queste cose mi fanno arrabbiare - confessa - mi dispiace tanto per la retrocessione, per i tifosi, per i miei ex colleghi, ma io non ho mai chiesto di essere ceduto, dovevamo prolungare il mio contratto, ma poi non è stato possibile, Garrone non l'ho visto più e dato che aveva sempre una scusa pronta ho chiesto al mio agente di cercarmi un'altra squadra. Dopo due giorni è arrivata l'Inter: hanno convocato una riunione per la mia cessione 2 contrari, tutti gli altri favorevoli". Ed è così che ha fatto le valigie per Milano. 

Li ha dovuto superare le solite critiche (dicevano 'non emergerà') e la concorrenza: "Se avessi pensato che all'Inter non ci fosse avrei sbagliato, in una grande squadra - spiega - è normale avere dei concorrenti. Di questo gruppo mi ha impressionato la voglia di vincere e la fiducia, sono contagiosi: mi è stata d'aiuto quando non riuscivo a segnare". 

Cassano rappresenta il suo passato, Montolivo potrebbe rappresentare il suo futuro, ma entrambi giocano con lui (almeno si spera) nella Nazionale Italiana: "Antonio non si discute come giocatore - conclude - Riccardo è un mio amico, ma non so cosa farà l'anno prossimo". Sarà uno dei temi da spiaggia delle sue (e delle nostre) prossime vacanze.