Disamina tattica, sotto la lente il tecnico nerazzurro. Ranieri l'aveva detto: «Non sono per le rivoluzioni a tutti i costi, per il tutto e subito: entrerò nell’Inter senza stravolgere, e solo quando sarà il momento cambierò qualcosa, anche a livello tattico», disse Claudio Ranieri appena arrivato. Sapeva che in quel momento i giocatori avevano bisogno di ripartire dal 4-3-1-2; che non era ancora tempo per scavare a fondo e ritrovare quel trasformismo comunque nel dna di questo gruppo.Ranieri sta provando a far vedere la sua mano: via via piccole modifiche tattiche, a volta per scelta e altre per fronteggiare le emergenze varie ed eventuali. Così, dopo il 4-3-1-2, si sono visti il 4-2-3-1 e il 4-1-4-1, che diventa quasi 4-3-3 quando si alzano gli esterni di centrocampo (a Trabzon Alvarez e Zarate). Chiamiamole variazioni sul tema, ma significative. Due cardini Ranieri non ha mai fatto segreto di avere nel 4-4-2 (o 4-4-1-1) il suo sistema di gioco di riferimento, che però non considera immutabile. I cardini intoccabili sono e restano il modulo difensivo a 4 e la presenza con rarissime eccezioni di un laterale portato a spingere. Con questa premessa, Ranieri adatta il sistema base generalmente in base a tre criteri: avversario da affrontare, uomini a disposizione, condizione dei suoi uomini.Il 4-3-1-2 Questa Inter gioca con il "rombo" più o meno a memoria, e lo fa ovviamente meglio con Sneijder. Coutinho è la sua alternativa naturale: il brasiliano in realtà è stato utilizzato anche più largo a sinistra nel 4-2-3-1, ma lì rischia un adattamento delicato: più di quanto non sia, nello stesso sistema, quello dell’olandese al ruolo di uomo dietro la punta centrale. Con Sneijder trequartista, Ranieri può permettersi anche la coesistenza Milito-Pazzini: senza l’olandese e la sua propensione a puntare l’uomo con l’uno contro uno, il tecnico considera invece quasi indispensabile Zarate, per la capacità di creare la superiorità numerica negli ultimi 30 metri.Le alternative sono il 4-2-3-1 con cui Mourinho fece grande l’Inter ed è ideale in particolare per Thiago Motta, giocatore che il tecnico considera importante al punto da centellinarlo appena può, per averlo sempre al top. Il 4-1-4-1 scelto a Trabzon è invece una variabile molto «tattica», ideale per avversarie che usano molto le sovrapposizioni sulle fasce e dunque per creare solidi binari di copertura. In questo caso la chiave è l’uomo "da combattimento" posizionato davanti alla difesa: Cambiasso, ora che sta meglio fisicamente, l’altro ieri ha dato buone risposte, ma anche Stankovic, schierato davanti a lui, in particolare nella seconda parte della ripresa è stato un importante ago della bilancia.
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Ranieri, il trasformista tattico risana l’Inter: ecco i tre moduli della sua Inter
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