Intervenuto ai microfoni di Sky Sport, Claudio Ranieri, attuale tecnico della Sampdoria, ha parlato del momento legato all'emergenza Coronavirus, ma non solo.
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Ranieri: “Inter? A gennaio vendettero Coutinho e Motta. Avrei finito il campionato se…”
Le parole del tecnico della Samp
Come vive questo momento?
Non abbiamo mai mollato, la sera mandiamo il programma della mattina seguente ai giocatori. Non è la stessa cosa: c'è chi ha il giardino e chi no ed è più sacrificato. La vivo con grande fiducia, la cosa più importante è fare quello che ci chiede il Governo, stare a casa e non andare oltre alle direttive.
Come immagina il primo allenamento dopo l'emergenza?
Mi dispiacerà non poter riabbracciare i giocatori: ci capiremo col feeling. Io do sempre la mano a tutti, poi all'ultimo ho cominciato a non darla: sarà bello allenarsi di nuovo insieme però.
Nel primo tempo vincevamo e sbagliammo diversi gol: se fosse finita 3-0 non ci sarebbe stato niente da dire. Poi ci sono state due invenzioni di Cassano per Pazzini, doveva andare così. Non credo fossimo stanchi, avevamo fatto una rimonta incredibile e superato l'Inter: in quei momenti non pensi alla stanchezza, c'era grande euforia. Nel primo tempo avevamo avuto 4 occasioni per chiuderla, poi ci fu il doppio gol che ci tagliò le gambe.
Alla Juventus e all'Inter cosa è mancato peraffermarsi?
Alla Juventus sono arrivato in un momento particolare, tornava dalla Serie B: più di quanto fatto non si poteva. C'erano 5 campioni e tanti ragazzi. All'Inter arrivai a metà stagione e in un momento del dopo Mourinho con una squadra che andava rifondata: facemmo 7 vittorie di seguito, ci fu un voler rientrare per le coppe. Poi a Natale vendettero Coutinho e Thiago Motta e la squadra si disunì: Motta era un catalizzatore, un regista con la R maiuscola e faceva girare tutta la squadra. Poi pareggiando e perdendo alcune partite venni esonerato. Io se invece di fare 7 vittorie di fila ne avessi vinte un paio alla volta intervallate magari da una sconfitta, avrei potuto finire il campionato. Ma tant'è.
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