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Recoba: “L’Inter è un pezzo di vita e del mio cuore. Porto? Ricordo quando nel 2005…”

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Nel corso di un'ampia intervista concessa a La Nazione, Alvaro Recoba ha parlato anche di Inter

Matteo Pifferi

Nel corso di un'ampia intervista concessa a La Nazione, Alvaro Recoba ha parlato anche di Inter:

"Seguo sempre l'Inter. Ma se in campionato quest’anno il Napoli è imprendibile per tutti, conto che l’Inter si possa fare ancora un po’ di strada in Champions, visto che nelle Coppe ha sempre fatto bene. Certo negli ultimi anni il Porto è la bestia nera delle Italiane e non sarà facile. Me lo ricordo nel 2005 con quattro partite in pochi mesi. Lo eliminammo dalla Champions due volte: la prima agli ottavi e la seconda nel girone. C’è da dire che appena l’Inter non vince una partita è come ai miei tempi: è subito polemica, come dopo lo 0-0 con la Sampdoria".

Con la Sampdoria resta storica la rimonta da 0-2 a 3-2 del gennaio 2006 con il suo gol-partita. Ricorda?

"Un'adrenalina pazzesca. In quel periodo non si vinceva molto ma furono divertenti quei 5 minuti di pazzia a San Siro. Mi è capitato ancora in Uruguay quando ho segnato al 95' il 2-1 in un derby che avevamo pareggiato solo tre minuti prima"

E con Moratti è sempre in contatto?

"Ogni tanto ci sentiamo. Appena sa che torno in Italia mi chiama e passiamo un po' di tempo insieme. Il rapporto resta bellissimo. Con l'Inter ho vinto una Coppa UEFA, due scudetti, due Coppe Italia e due Supercoppe italiane. E ho ricordi belli e brutti come ogni calciatore"

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Quali sono i momenti più brutti?

"Oltre allo Scudetto del 5 maggio, senz'altro i derby di Champions dove fummo eliminati dal Milan con due pareggi. Lì Cuper mi chiamò in camera, sapeva che stavo male come erano a pezzi Vieri e Crespo, mi chiese se me la sentissi di giocare. Accettai il rischio e in campo non la presi mai, ma non sono mai uno che si tira indietro"

Per molti interisti lei è stato un'ideologia

"Mi è appena successa una cosa bellissima. Io sono sempre stato un po' geloso dei miei compagni di squadra che avevano Inter club intestati a loro e io nemmeno uno piccolino. Ora però alcuni ragazzi italiani che vivono qui a Montevideo ne hanno fondato uno intitolato a me. L'Inter è un pezzo della mia vita e del mio cuore. Qualche settimana fa mi ha chiamato Biagio Antonacci per dirmi che gli ho lasciato un buon ricordo, come spero negli 80mila che per centinaia di volte hanno urlato il mio nome a San Siro"

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