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Ronaldo: “Ho l’Inter nel cuore. Il rammarico? Lo scudetto. Ora con Spalletti…”

La Gazzetta dello Sport, in edicola oggi, ha intervistato in esclusiva Ronaldo

Riccardo Fusato

La Gazzetta dello Sport, in edicola oggi, ha intervistato in esclusiva Ronaldo. L'ex giocatore dell'Inter, non dimentica affatto la parentesi nerazzurra: "Arrivai all'Inter 20 anni fa e quella giornata ce l'ho davanti agli occhi. Arrivo in sede per firmare il contratto e per strada non c’è nessuno, poco dopo mi affaccio al balcone da giocatore dell’Inter e faccio fatica a crederci: una marea di bandiere nerazzurre e di gente, venuta lì solo per vedermi. A me dispiace non averlo vinto, lo scudetto: era un progetto bellissimo, era un sogno, anche se poi abbiamo capito che morì un po’ per colpa nostra e un po’ di certe forze esterne, che aiutavano la Juve. Però, sa che è vero? Neanch’io baratterei quell’anno con nulla: ogni vigilia era una grande attesa, di qualcosa che si sapeva poteva succedere. Ogni partita era una festa. Era rinato lo spirito interista, e la gente mi raccontava che certe cose non si vivevano da un sacco. Io e Suning partner i Cina e nell'Inter? Non ho sognato ancora così lontano: è presto. Ma l’ho sempre detto, e ben prima che arrivasse Suning: io l’Inter ce l’ho nel cuore"

IL PASSAGGIO AL MILAN -"Troppo sentimento, troppe emozioni: anche nei milanisti. Il cuore è importante, ma non sono i calciatori ad aver deciso che il calcio sia diventato un’industria troppo grande, dove tutti prendono soldi. E i calciatori forse meno di tutti, anche se sono i più vulnerabili: perché se non salgono su un treno rischiano che non ripassi più e se lo prendono è facile che siano giudicati dei traditori"

L'INTER -"Parlerei per affetto, dunque non sono così attendibile. Posso dire che con Spalletti dovrebbe aver trovato non solo uno stratega del calcio, ma anche un buon gestore di un gruppo: me ne parlava benissimo Galante, ai nostri tempi, e ricordo che gli dissi “Fabio, avevi ragione”, quando lo affrontai da allenatore avversario. Però non lo invidio, dovrà trovare in fretta la strada dove far camminare la squadra. Perché l’Inter la aspettano tutti, da anni: i suoi tifosi, e anche l’Europa"

(Gazzetta dello Sport)

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