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Satriano: “All’Inter ho detto subito di sì. Voglio tornare, ma per giocare. Con Lautaro…”

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Intervistato da Sportweek, l'attaccante dell'Empoli, ex Inter, Martin Satriano ha parlato del suo arrivo in Italia e della volontà di vestire nerazzurro:

Andrea Della Sala

Intervistato da Sportweek, l'attaccante dell'Empoli, di proprietà dell'Inter, Martin Satriano ha parlato del suo arrivo in Italia e della volontà di vestire nerazzurro:

«Quando non segno, la sera non chiudo occhio. Sto li a letto, supino, al buio, con gli occhi aperti verso il soffitto, e rivedo mentalmente tutti i novanta minuti. Azione dopo azione. Ricordo ogni giocata, ogni mezza occasione che mi è capitata sui piedi».

Alla fine riesci a prender sonno?

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«Macché. Ripasso la partita e la racconto ad alta voce a mia moglie Florencia, che sta accanto a me. "Qua avrei dovuto fare così, là avrei dovuto muovermi cosà"'»

E lei?

—  

«Ascolta in silenzio, finché a un certo punto non ce la fa più: "Basta, Martin, ti prego, voglio dormire"».

A quel punto ti arrendi?

—  

«Continuo. Lei si gira dall'altra parte e io parlo da solo».

Due anni fa arrivi in Italia. Come succede?

—  

«A gennaio ero in ritiro con la prima squadra del Nacional quando è arrivata l'Inter. Ho detto subito si perché il mio sogno era giocare in Europa. Qui ci sono i giocatori più forti. Io metto la Serie A subito dopo la Premier. Mi piacerebbe giocare in Premier perché è il campionato più bello, ma penso di potermi adattare a ogni tipo di calcio».

Nell'Inter Primavera hai fatto benissimo, ma la prima squadra l'hai solo sfiorata. Oggi è un rimpianto, oppure un traguardo?

—  

«lo all'Inter vorrei tornare, ma per giocare. So che devo imparare ancora tanto, ma mi sento pronto. E, d'altra parte, si impara soltanto giocando».

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A questo proposito: nelle giovanili hai avuto come compagno Casadei, che in estate è andato al Chelsea, dove però non vede il campo. A posteriori, è andata meglio a te ad Empoli?

—  

«Cesare è più piccolo di me, ha fatto bene ad andare al Chelsea. Quest'anno avrà la possibilità di allenarsi con grandi campioni; il prossimo, magari, potrà trovare dei minuti in una squadra più piccola».

All'Inter hai visto da vicino Lukaku e Lautaro.

—  

«Lautaro lo sento più vicino alle mie caratteristiche. È aggressivo, "cattivo", quando non fa gol si incazza come me. In allenamento parlavamo tanto, lui mi dava consigli: prova a fare cosi, colpisci la palla in questa maniera... Ogni tanto ci sfidavamo. Io sono molto competitivo, mi piace scommettere coi compagni d'at- tacco o coi portieri, mi serve per fare sempre meglio. Ieri, per esempio: Lammers mi provocava, diceva che stavo tirando delle bresaole verso la porta. Allora ho calciato sempre più forte. Battere Vicario, il nostro portiere, però, è difficile: in allenamento si tuffa come in partita».

All'Inter, Conte ti ha portato in panchina con la prima squadra e Inzaghi ti ha fatto addirittura esordire.

—  

«Mi hanno parlato molto. Apprezzavano il fatto che sono uno che non molla mai, che rincorre anche un pallone che sembra perso. Mi dicevano di non perdere questa mia caratteristica».

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