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Spalletti ha rialzato l’Inter in 41 giorni. Come? C’è anche lo zampino di Mourinho…

Il tecnico dell'Inter sta usando la strategia dello Special One per togliere pressioni ai nerazzurri

Andrea Della Sala

L'Inter sta vivendo un gran momento e, con la vittoria all'Olimpico contro la Lazio, occupa il secondo posto a -6 dalla Juve. Merito di Spalletti che ha saputo compattare l'ambiente e il gruppo che ora viaggia tutto nella stessa direzione. La svolta della stagione è arrivata nella sfida con il Tottenham quella rimonta a San Siro ha dato consapevolezza e fiducia ai nerazzurri. Nessuno pensava di poter giocare quel tipo di partite, di poter far parte del calcio dei grandi.

"Spalletti, che su quei tasti ha sempre battuto, ha riavuto la sua squadra, fin lì persa in un inizio di stagione confuso. Da quel momento non ci sono stati avversari insuperabili, tranne il Barça. Tutti hanno capito di poter essere all’altezza dei migliori, è arrivata la consapevolezza di sé, la certezza che non ci si sarebbe sciolti davanti alle difficoltà. Ed ecco le vittorie nei minuti finali, che per i disattenti erano fortunose e invece erano fiducia e irriducibilità che crescevano. E la qualità del gioco che migliora, e Icardi che ricomincia a segnare ( 6 gol nelle ultime 4 uscite) col gruppo lo riconosce di più come capitano (in passato non era così), ecco Perisic che sale di rendimento, e Spalletti che può ora ruotare la rosa con risultati eccellenti, anche presentando a Roma un Joao Mario che non giocava da cinque mesi e lasciando in panchina De Vrij. Il tutto dopo aver perso a Barcellona: in altri tempi, la gara contro la Lazio sarebbe stata affrontata con gambe tremanti ( inizia un nuovo periodo gramo, come sempre?), invece quello dell’Olimpico è stato il recital autorevole di una squadra matura. Il cui allenatore non smette un attimo di digrignare i denti e di mostrare la faccia feroce al mondo, come attestano le sue polemicissime interviste in ogni dopogara, quando gli fanno i complimenti e lui risponde sempre cose del tipo « ma non dicevate che eravamo scarsi e giocavamo male?». Spalletti sa che per caricare i giocatori si può puntare pure sulla sindrome da accerchiamento, anche autoprodotta (Mourinho docet): i suoi battibecchi assai forzati, per non dire sollevati dal nulla, con i soavi giornalisti di Milano, nessuno dei quali gli ha mai rimproverato un caso-Totti né gli ha mai mosso critiche feroci ( anzi qui ha quasi sempre raccolto complimenti), hanno un che di surreale ma di perfettamente logico. Il "noi contro tutti" funziona sempre, almeno per costruire le basi. Poi ci vorrà anche altro, per provare a fare il solletico a Madama Juventus. Perché no, anche qualche sorriso, di tanto in tanto", si legge su Repubblica.

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