Si prepara a cambiare il tifo interista. Una vera e propria rivoluzione sugli spalti, che inizierà già alla ripresa del campionato contro il Napoli, il 4 gennaio. In un match fondamentale per la corsa scudetto, con la squadra di Simone Inzaghi che cerca la vittoria per accorciare il gap dalla capolista ancora imbattuta in Serie A. Ecco quanto riportato oggi dalla Gazzetta dello Sport sul tifo interista (qui la nota ufficiale della Curva Nord).
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GdS – Tifo interista cambia dopo 53 anni: via gruppi ultras. Novità già col Napoli
Inter, il tifo cambia
—“Finisce una storia lunga 53 anni e ne inizia un’altra. Nel 2023, già da Inter-Napoli del 4 gennaio, scompariranno dal secondo anello verde del Meazza gli striscioni storici del tifo organizzato interista. Non ci saranno più i Boys, nati nel 1969, il gruppo ultras più vecchio d’Italia dopo lo scioglimento della Fossa dei Leoni milanista (fondata nel 1968). E non ci saranno più Ultras, Viking, Brianza e Irriducibili. Sarà solo Curva Nord Milano 1969, uno striscione lungo 110 metri. Il motto è “Andare avanti, andare oltre, essere uniti” con un’unica anima, solamente calcistica. Un nuovo corso per coinvolgere anche il tifo più moderato, un cambio di rotta che archivia un pezzo di storia del mondo ultras e di sottoculture giovanili.
Perché si volta pagina
—Ce n’erano, e ce ne sono, di tutte le classi sociali dietro a quegli striscioni che non ci saranno più. La Curva Nord volta pagina dopo l’assassinio di Vittorio Boiocchi, pregiudicato e figura di riferimento del gruppo, ucciso sotto casa lo scorso 29 ottobre. Per alcuni anni accanto allo striscione Boys ne comparve un altro, ancora più lungo: «Siamo solo noi». Ovvero, una generazione di sconvolti, come diceva la canzone di Vasco.
I Boys, amati e odiati, con una vita tormentata da ultrà italiani. Con le incredibili coreo, con un impegno solidale per i terremotati a L’Aquila, con tante iniziative per i più bisognosi. Oppure i Boys cattivi. Fascisti, picchiatori e affaristi da stadio. Ieri i Boys, oggi la Curva Nord Milano: comunque una storia”, si legge.
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