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Veron: “Inter più forte del Milan e favorita per lo scudetto. Lautaro? Fatemi un fischio se…”

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Il momento dell'Inter e il derby col Milan visti dall'Argentina. Ecco l'intervista di Juan Sebastian Veron, grande ex nerazzurro

Alessandro Cosattini

Il momento dell'Inter e il derby col Milan visti dall'Argentina. Juan Sebastian Veron, grande ex nerazzurro, ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport per parlare della squadra di Simone Inzaghi dopo un febbraio difficile. Ecco le dichiarazioni dell'ex giocatore.

Veron, com’è questo derby con il Milan?

«Infinito e stupendo. Inter e Milan lottano in campionato, si affronteranno in Coppa Italia, un duello meraviglioso. Sì, possiamo dire che finalmente Milano è tornata capitale italiana del pallone. Era ora...».

La sua Inter, diciamo «sua» pensando ai trascorsi nerazzurri, zoppica un po’ in quest’ultimo periodo. Che cosa ne pensa?

«Non si può andare a mille all’ora per tutta la stagione. È normale avere un calo, che sia fisico o che sia mentale. Però la forza della squadra è fuori discussione e questo, da ex interista, mi lascia tranquillo».

Che cosa vuol dire?

«Che l’Inter è più forte del Milan, a livello di gruppo, di individualità e di qualità tecniche. Ed è anche più forte di tutte le altre potenziali avversarie. Io vedo una squadra completa in ogni reparto e di conseguenza credo che sia la principale candidata per lo scudetto».

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Serve una svolta, però, altrimenti si rischia di buttare via tutto il buono che è stato fatto.

«Certo, ma adesso la svolta arriverà. Vi siete dimenticati che l’Inter è impegnata in campionato, in Champions League e in Coppa Italia? Le energie se ne vanno alla svelta, quando si giocano tante partite in poco tempo. I giocatori hanno bisogno di respirare, di riposare. Di tirare in fiato, insomma. Comunque, siccome ormai non ci si può fermare, si tratta di progettare una corretta preparazione in vista della primavera».

Il pubblico mugugna ed è preoccupato: le sconfitte contro Milan, Liverpool e Sassuolo pesano parecchio.

«Andiamo con ordine: il derby l’Inter meritava di vincerlo. Ha perso perché il Milan in pochi minuti ha trovato l’uno-due vincente, ma non è mai stato superiore. Semmai quello che si può imputare ai nerazzurri è il fatto di non aver chiuso prima la partita. Lo dico sempre, e lo dicevo anche quando giocavo: gli avversari vanno ammazzati, nel senso sportivo del termine. Contro il Liverpool, che è una delle squadre più forti d’Europa, ha perso, ma non è stata inferiore. Non si può certo pretendere che l’Inter faccia tre o quattro gol al Liverpool, sennò vuol dire che il calcio è cambiato all’improvviso e non ce ne siamo accorti. Contro il Sassuolo, invece, la sconfitta è figlia della fatica precedente. Normale che ci sia un calo di attenzione. Quindi, le motivazioni per i tre k.o. sono differenti e non c’è da allarmarsi».

Lautaro non segna più. Che gli succede?

«Nulla. Avete mai visto un centravanti che segna in tutte le partite? Se lo conoscete, fatemi un fischio! È chiaro che sta attraversando un momento di appannamento, ma le sue qualità non si devono discutere. E’ un attaccante fantastico, moderno: bravo con i piedi, abile in area di rigore, puntuale di testa. Per i centrocampisti è sempre un vantaggio avere un giocatore così là davanti: sai dove devi mettergli il pallone, poi ci pensa lui. Adesso faticherà un po’, ma gli basta un gol per sbloccarsi».

È in discussione la sua sintonia con Dzeko. Forse con Lukaku si trovava meglio...

«Seguo tutte le partite dell’Inter e non mi pare che il suo modo di giocare sia cambiato granché. Lukaku era un attaccante che svariava su tutto il fronte con grande potenza e forza fisica. Dzeko è molto tecnico, partecipa di più alla manovra e di testa è micidiale. E Lautaro, secondo me, non è in difficoltà con Dzeko. Semmai bisogna che tutta la squadra lo chiami di più in causa».

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I centrocampisti boccheggiano, dopo tante partite. E senza Brozovic, contro il Sassuolo, è stata notte. Che ne dice?

«Che in una squadra ci vuole sempre la mente pensante. Ma questo lo sa bene anche Simone. Brozovic nell’Inter è il metronomo perfetto. Imposta la manovra, cuce la ragnatela dei passaggi, inizia l’azione di pressing e aiuta in fase difensiva. Ho sentito dire che il problema dei nerazzurri è non avere un sostituto di Brozovic, ma voi lo conoscete uno che abbia le stesse caratteristiche? Per qualità e quantità di gioco prodotto è uno dei migliori registi in circolazione. Ce l’avesse il Milan, uno così...».

Per chiudere, dunque: Inter strafavorita per lo scudetto?

«Dico di sì, perché nel lungo periodo emergono le differenze di qualità e l’Inter, lo ripeto, è più forte del Milan. Poi, come dite voi in Italia, il pallone è rotondo...». 

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