Non ci crede neanche lui. La sua carriera è un esempio di correttezza e lealtà. Vita calcistica di un uomo che con una maglia ha perso tutto, ha sognato di arrivare in cima e un bel giorno l'ha raggiunta, facendo l'impossibile. Quella tra Javier Zanetti e l'Inter è una storia d'amore rara e bellissima, fatta di mille partite insieme, di giornate storte e serate indimenticabili.
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Zanetti: “Che sorpresa di carriera. Vorrei tornare al 98′. Mou e Leo, i miei preferiti”
Non ci crede neanche lui. La sua carriera è un esempio di correttezza e lealtà. Vita calcistica di un uomo che con una maglia ha perso tutto, ha sognato di arrivare in cima e un bel giorno l’ha raggiunta, facendo l’impossibile....
Ai microfoni di Bartolomucci, giornalista di StudioSport, l'argentino racconta la sua esperienza nerazzurra: "Credevo mi mandessero in prestito, mai mi sarei sognato di fare questa carriera con questa maglia".
La stessa con la quale ha messo a segno trentuno gol, non tantissimi, ma tutti significativi: "Il più bello - confessa - è quello che ho segnato nella finale di Coppa Uefa alla Lazio".
Per Saverio non esistono rimpianti, nè rimorsi, ma ci sono due gare che rigiocherebbe volentieri: "Quella con la Juve del '98 e quella del 5 maggio 2002 a Roma perché sono due momenti particolari".
Nell'intervista esclusiva, trasmessa da italia uno, Zanetti ha anche dato i voti ai suoi allenatori e lo fa con la stessa generosità che dimostra sempre in campo: "Simoni 9; Hodgson e Lucescu 8; Cuper e Mancini 9; Mourinho e Leonardo 10".
Poi conclude: "Chi scelgo per una cena tra Agnelli e Berlusconi? Moratti. I miei compagni? Cambiasso è il più precisino, Eto'o è il ritardatario, al contrario di me. Materazzi parla più di tutti. Il mio ciuffo? Io metto su l'acqua e i miei capelli sanno cosa fare: ci sono abituati".
'Abituati' come milioni di interisti che da anni in estate sentono dire 'starà in panchina' e che puntualmente se lo ritrovano in mezzo a tutti gli schemi, dappertutto, per tutta la stagione, perché uno come lui è imprescindibile. Uno di quelli che lo guardi e pensi: "Così non ne fanno più".
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