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Zazzaroni: “Oaktree copi una delle poche cose buone di Zhang. Marotta? Il mio timore…”

Inter Zazzaroni
L'editoriale del direttore del Corriere dello Sport all'indomani della nomina del nuovo presidente dell'Inter
Daniele Vitiello Redattore/inviato 

Doveva dire la sua. Ivan Zazzaroni, direttore del Corriere dello Sport, è tornato sulla grande notizia di ieri in casa Inter: "Da Moratti a Marotta il salto è notevolissimo, ma non nel vuoto. La distanza tra i due deriva essenzialmente dalle disponibilità economiche, personali e non, del primo". Fatta la precisazione, ha subito dato un consiglio ai vertici di Oaktree: "Al fondo americano suggerisco di prendere spunto da una delle poche cose fatte bene da Zhang: sparire. Grazie alla lunga assenza di Suning jr l'Inter ha stravinto l'ultimo scudetto e nel calcio nulla avviene per caso".

Zazzaroni: “Oaktree copi una delle poche cose buone di Zhang. Marotta? Il mio timore…”- immagine 2

Ma non è tutto. Perché Zazzaroni, nel suo editoriale, ha anche provato a leggere un eventuale significato nascosto della decisione di incoronare Marotta presidente. Questa la sua personalissima riflessione: "Concludo con un timore che non riesco a tenere per me: l'ascesa di Marotta si può leggere in almeno due modi. Il primo, quello che prevale sui social e tra gli opinionisti filointeristi, è la conferma della continuità. Pieni poteri al manager che delle strategie politiche e di mercato rappresenta la massima espressione. Il secondo riguarda le mosse future di un fondo speculativo che dell'Inter non voleva diventare proprietario, vi si è trovato per inadempienze altrui e ora deve far quadrare i conti senza turbare la piazza, né gelare l'entusiasmo alle (due) stelle.


Zazzaroni: “Oaktree copi una delle poche cose buone di Zhang. Marotta? Il mio timore…”- immagine 3

L'Inter di Zhang (non per colpa dell'ad) ha segnato patrimonio netto negativo, necessità di iniezioni finanziarie continue. Viene da credere che Oaktree non voglia continuare cosi. Da oggi Marotta non è più un dipendente e non è più "soltanto" un dirigente. E' espressione della proprietà, le cui politiche dovrà avallare facendosene persuasore nella struttura del club. Non potrà mai mettersi in rapporto dialettico, né di traverso, perché la sua nuova funzione non lo contempla. Senza sposare il semplicistico promoveatur ut amoveatur, si può pensare che valga il detto: se non puoi contrastarli (perché troppo autorevoli, carismatici, popolari) fatteli alleati".

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