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Ibrahimovic: “Dall’Inter al Barca? Raiola genio. Miei figli? Ninja. Zlataner vuol dire…”

Zlatan Ibrahimovic si è confessato ad una rivista francese, svelando alcune curiosità legate alla sua famiglia, a Mino Raiola, alla Svezia e non solo, pure al verbo 'Zlataner': "Per molti significa 'dominare', per me..."

Dario Di Noi

Zlatan Ibrahimovic è stato intervistato da Sport & Style, rivista francese (legata a L’Equipe) che lo ha intercettato in una sessione di riprese per la nuova campagna di Vitamin Well, marchio 100 % svedese di bevande vitaminiche al quale è legato dal 2014.

Tra le varie domande su moda, business e pesca, Ibra ha trovato modo di parlare della sua famiglia e di calcio, in particolare della figura di Mino Raiola e della sua leadership nella nazionale svedese.

FAMIGLIA - "Se voglio che i miei figli, Vincent e Maximilian, diventino calciatori professionisti? In realtà voglio che diventino due ninja (vista la sua passione per le arti marziali, ndr). No, sul serio, in realtà devono diventare ciò che vogliono. L’importante è che imparino a rispettare gli altri, a farsi rispettare e ad avere auto-disciplina. Queste sono le mie regole. Anche se sono ancora piccoli, e la strada davanti a loro è molto lunga, devo dire che stanno già facendo molto bene. Anche in campo? Stanno ancora imparando. Se hanno il mio DNA, saranno i migliori del mondo! (ride). Il più grande, Maximilian (9 anni), è grande e solido, ha un sacco di forza. Il più piccolo, Vincent (7 anni), mi assomiglia mentalmente: è paziente ma tende a scatenarsi molto rapidamente".

RAIOLA - "Lavoro per lui dal 2003? Lui lavora per me, non io per lui. Quali sono i suoi punti di forza? E' un super cervello, un genio. Non pensa come gli altri. Lui non pensa al presente, ma già al futuro. Ogni volta che ho firmato con un nuovo club, lui aveva già in mente che avremmo poi cambiato squadra dopo due, tre o quattro stagioni. Sapeva già che cosa sarebbe accaduto prima che accadesse. E' un visionario. Lui sa come stipulare e concludere un accordo che, a prima vista, sembra impossibile. Ricordo il mio trasferimento dall’Inter al Barcellona, tutti dicevano che sarebbe stato impossibile, che non sarebbe mai accaduto. Ma lui lo ha reso possibile. Non è solo un agente che lavora per me, è anche un membro della famiglia. Perché sono stato con lui per oltre dieci anni e perché, quando si impegna con un giocatore, non lo vede solo come un business, lo fa con il cuore. Si prende cura di quella relazione più di quanto dovrebbe. Sono molto fortunato ad avere un ragazzo come lui".

SVEZIA - "Vittoria nello spareggio con la Danimarca per Euro 2016? Sono davvero orgoglioso di quello che abbiamo realizzato. Eravamo in una situazione delicata, molte persone dicevano che non ci saremmo mai qualificati, che eravamo la peggior squadra nella storia della Svezia. Ma questi giudizi ci hanno reso così forti che abbiamo dimostrato il contrario. Non dimenticherò mai quei 10 giorni, tra andata e ritorno. Non potevamo permetterci alcun errore, perché avrebbe pesato su tutto il risultato del playoff. Ogni dettaglio è stato estremamente importante e decisivo. Quella settimana alla fine è stata perfetta. E’ arrivato il tempo della sfida e abbiamo distrutto la Danimarca, 2-1 nella gara di andata e 2-2 nella gara di ritorno. A pochi giorni dall’Europeo, mi piace dire che i danesi, che erano andati oltre un po’ presto, passeranno il tempo a casa, a bere birra, guardando la Svezia giocare in tv".

"ZLATANER" - "E’ probabile che il verbo ‘zlataner’ venga inserito nel Petit Robert (dizionario)? Quale definizione proporrei? Secondo alcuni, il verbo ‘zlataner’ significa "dominare". Io preferisco tradurlo come "prendere il controllo". In ogni caso, mi rende felice. Questo significa che ho fatto qualcosa in Francia, che ho lasciato qualcosa alla gente e che sono importante per i francesi".

(Sport&Style)