twinter

FCIN1908 – CALCIOPOLI PARTE 3. ECCO LE SENTENZE RELATIVE ALLE PARTITE TAROCCATE

Calciopoli in 8 puntate - Testo ad opera dell'Avvocato Bruno Catalanotti in esclusiva per Fcinter1908.it. Contro i luoghi comuni falsi e la disinformazione.

Sabine Bertagna

Nella scorsa puntata dedicata al processo di Calciopoli e sintetizzata in esclusiva per Fcinter1908.it dall'Avvocato del Brescia e del Bologna, Bruno Catalanotti, si è sottolineato come il processo celebrato con rito ordinario dalla Corte territoriale avesse consentito di accertare che ben tredici partite sono state oggetto del delitto di frode in competizioni sportive attraverso “il compimento di atti fraudolenti volti a predeterminare risultati diversi da quelli conseguenti al corretto e leale svolgimento della competizione”. In questa terza puntata Bruno Catalanotti riporta la trascrizione fedele della parte motiva della sentenza relativa ad alcune partite. 

(leggi qui la 2a puntata - L'ALTERAZIONE DEI RISULTATI E DEI SORTEGGI)

3° - LE PARTITE TAROCCATE SECONDO LA SENTENZA DELLA VI SEZIONE DELLA CORTE D'APPELLO DI      NAPOLI

Da ultimo, vale la pena di segnalare  a chi voglia approfondire ulteriormente la questione, che la ricognizione dei fatti-reati in questione è tracciata nelle pagine 151-187 della sentenza del l7 dicembre 2013 della Corte di Appello di Napoli, sez. VI, più volte citata, alle quali si rinvia per una meditata presa d'atto dei riscontri probatori delle tesi d'accusa forniti dal processo, soprattutto attraverso la preziosa captazione di conversazioni telefoniche intercorse tra imputati ed altri soggetti a vario titolo coinvolti.

 

Si procede,  invece, qui di seguito, alla fedele trascrizione della parte motiva della sentenza relative alle partite:

Fiorentina-Bologna 1-0 e Bologna-Juventus 0-1 attinenti al pregiudizio patito dalla società emiliana in conseguenza delle illegittime interfenze di Moggi sulle gare in questione;

Chievo-Lazio 0-1 e Lazio-Parma 2-0  riguardanti il “salvataggio” della Lazio;

Chievo-Fiorentina 1-2  e Lecce-Parma 3-3 inerenti al “salvataggio” della Fiorentina.

                                                                                    *

G)  Fiorentina-Bologna 1-0 del 5//12/2004  Moggi  De Santis

“Come per la precedente contestazione,  anche qui sussistono  gli elementi per rilevare una pluralità di atti fraudolenti  nell'accezione  già esposta: si tratta  della  partita Fiorentina-Bologna  del 5.12.2004 arbitrata dal De Santis c conclusasi  con il pareggio (recte: con la vittoria della Fiorentina), in  cui  emerge  l'attività fraudolenta dello  stesso  attraverso le c.d. “diffide" prodromiche  alla successiva  gara che il Bologna doveva affrontare  con la Juventus

La turbativa emerge da  diverse conversazioni  (n. 8790 del 3.12.2004  sull'utenza  in uso al Moggi, in cui quest'ultimo  esprime il proprio intento  -citando esplicitamente  la partita in questione-  di avere necessariamente bisogno delle ammonizioni  mirate per l'incontro  successivo della Juventus in relazione, poi, alle corrispondenti partite che avrebbero affrontato le dirette avversarie, come la squadra del il Milan;  n. 5738 del 05.12.2004 su utenza in uso al Moggi, in cui il Baldas parlando con il Moggi, riferisce che il De Santis “ha fatto il il delitto perfetto", avendo diffidato i tre difensori  del Bologna, e, dunque squalificati  per un turno; telefonata  da leggersi  in uno con la n. 2254  sull'utenza in uso al De Santis)  e dalla  deposizione  del  teste  Marocchi Giancarlo, assistente in quella partita (verbale ud. 11.12.2009) in cui si rileva la conduzione di gara del De Santis appunto non corretta,  in relazione  proprio  alle tre ammonizioni  sopra citate attuate con la finalità sopra espressa (va rilevato sul punto, come già esposto per altre imputazioni, le concordi ma anche  monocordi  deposizioni  dei  testi  escussi  in  merito a tale partita  -Pirondini, Borsari- Gamberini, che appaiono, al. di là dei ripetuti non ricordo, assolutamente ininfluenti sui fatti, se non nel ripetere una generica positiva professionalità dell'operato de1 De Santis). Anche  in tale caso le doglianze  difensive  si appuntano  sulla positività dei giudizi espressi  sul De Santis e sulla peculiarità  dell'eloquio utilizzato nelle conversazioni,  anche in tale caso travisate  nel contenuto  dal Tribunale e non indicative  di accordi fraudolenti.

Questa Corte, pur rileggendo ed anche ascoltando alcune di quelle  indicate  come escludenti per il De Santis qualsiasi coinvolgimento nelle contestazioni di frode sportiva  (ovvero  la n. 490 dell'8.2.2004  fra la Fazi e Bergamo,  la n. 8609  del 7.05.2005 fra Bergamo e il  Meani, la n. 17443 dell'8.05.2005  fra lo stesso De Santis e Bergamo),  non ritiene che le stesse smentiscano  l'esito  delle ben più ampie telefonate  intercettate  più volte  citate.  Infatti la stessa n. 490  sopra  citata  non rappresenta  altro che il lunghissimo  sfogo della Fazi dopo il suo licenziamento e del suo diretto intervento sul Moggi, il quale avrebbe con lei manifestato  un malcontento sul De Santis per il suo comportamento  al centro di allenamento arbitri di Roma  (peraltro i temi  affrontati nella lunga telefonata  dalla donna attengono per lo più a giudizi  sugli aspetti  personali del predetto più che sul suo operato  arbitro).

Sovvengono  invece  altre conversazioni,  anch'esse oggetto  di ascolto  da parte  di  questa Corte, ove emergono  giudizi (come ad esempio  la n. 39179 del 7.01.2005 sull'utenza in uso al Lanese), in cui si fa esplicito riferimento ad un costante atteggiamento favorevole de1 De Santis nei confronti  della Juventus e dunque  del Moggi  (per ammonire un giocatore della Juventus uno  gli  debba  dare una coltellata,  altrimenti non lo ammonisce?  o ancora, parlando  di minuti di recupero “...ti dico per  quale  motivo,  anche  perché  se dal  quarto  minuto  al quinto  succede qualcosa,  succede  un goal  della  Juventus,  viene fuori  un casino  che non finisce  più, ma chi  te  lo fa fare?'  e dove  si cita  espressamente  il metodo  della  regola  del vantaggio  per  favorire  la squadra  interessata,  condotta  fraudolenta  rilevata  proprio nella direzione di gara del De Santis” (v. pag. 156-159).

                                                                                          *

I) Bologna-Juventus 0-1  del  12/12/2004 Moggi

“Anche per tale reato la responsabilità di Moggi individuata dal giudice di primo grado va confermata. Il reato attiene alla partita BOLOGNA-JUVENTUS del 12 dicembre 2004 vinta dalla Juventus per 1 a 0 ed arbitrata da Pieri: si condivide i1 giudizio del Tribunale sulla attribuzione anche al Pieri di una scheda riservata, con cui il predetto ha avuto contatti sia con il Moggi che con il fido Fabiani ben 17 volte (un contatto il giorno prima della partita tra Pieri e Moggi, uno il giorno stesso della partita ed altro alle ore 00-17 la notte dopo i sorteggi della durata di circa 10 minuti ed altri ancora la notte dopo la partita). Inoltre sul punto appaiono significative dell'avvenuto contatto nei confronti del Pieri da parte del Moggi anche la telefonata fra il Bergamo e la Fazi (la tel n. 15690 del 6.01.2005 in cui, rappresentando che il Pieri è da sanzionare per un errore commesso durante la partita Reggina-Palermo, la Fazi replica “...è ora che gliela dai una bella botta visto che non riguarda la Juve, eh? Eh..eh..eh) “ o anche quelle pur successiva all'incontro in oggetto, ma indicative dell'interessamento del Moggi per il Pieri nei giudizi rilevanti durante la trasmissione del Processo del Lunedì (tel n. 7032 e 7040 del 13.12.2004 Moggi con la segretaria della redazione della trasmissione e la n. 7063 del 14.12.2004 fra il Baldas ed il Moggi) o ancora la conversazione intercorsa fra il Pairetto ed il Baldas del 13.12.2004 (la n. 9728 ove dopo il commento sulla partita, il Baldas specifica come è stata applicata la moviola per non rilevare gli errori della direzione di gara)”.

Inoltre non vanno taciute le osservazioni non sufficienti espresse dall'osservatore Luci Luciano sulla conduzione della gara da parte del Pieri e certamente indicative dell'avvicinamento effettuato dal Moggi ed anche dal Fabiani sul predetto arbitro” (v. pag.159-160).

                                                                                           *

U )  Chievo-Lazio 0-1 del 20/02/2005 Mazzini  Lotito  

“La Corte ritiene  che anche  per tale  imputazione le condanne  degli  imputati  Mazzini  e Lotito  e la assoluzione del Pairetto vadano confermate. La contestazione riguarda  la partita  Chievo-Lazio  del  20.02.2005 e terminata in favore della Lazio per  0 a l.  La vicenda in oggetto si innesta sul più ampio piano attuato per la rielezione del Carraro al  vertice  della  Federazione e che vedeva un esplicito appoggio del Lotito Claudio, quale. presidente della Lazio. Proprio in base a tale situazione, il Carraro aveva suggerito  al Bergamo una attenzione particolare per una conduzione della  partita:  sul punto  sovvengono (oltre  quella  fra il Moggi  ed il Mazzini  del 20.10.2004  n. 3476, in cui entrambi si soffermano sulle manovre inerenti l'elezione de1 presidente di Lega, sottolineando che  l'alleanza con  lo Lotito  -  "schieratissimo”  per  il Carraro -  poteva giovare a  favore  dei  loro  disegni)  le conversazioni  captate nel  febbraio 2005  (ad esempio,  la n. 23518  del  1.02.2005  sull'utenza in uso al Bergamo) fra il CARRARO ed il Bergamo prima  della partita  Lazio-Brescia  (partita  definita  “delicatissima"  dal Carraro e per la quale  la dirigenza laziale  aveva  massima  attenzione  a causa  delle forti polemiche succedute  all'incontro Reggina-Brescia -ove  il Foti si era presentato  neglì  spogliatoi  degli arbitri  durante  l'intervallo- a dimostrare che  vi  era  un  reale interesse  da  parte dei vertici federali rivelatrici della volontà degli stessi e dunque anche dei designatori) di  condizionare gli incontri di calcio  che  avrebbe  disputato la Lazio.  Ne  è  ancora  riprova  la conversazione  n. 23863 del 4.02.2005, intercettata sull'utenza di BERGAMO in cui la segretaria Fazi riferiva al designatore  arbitrale che "persone  della  Lazio" avevano detto  nel corso di una cena che ci si doveva ormai solo fidare di CARRARO  che  "ci ha promesso aiuto", alludendo evidentemente ad incontri riservati tra la dirigenza  laziale e lo stesso CARRARO. La conclusione della FAZI è sin troppo eloquente rispetto al conseguente atteggiamento dì  BERGAMO (“quindi , occhio ragazzo”) o la telefonata n. 4l2 del 7.02.2005,  sull'utenza in uso ad Innocenzo MAZZINI, nel corso della quale quest’ultimo riferiva  a Pier Luigi Pairetto di aver parlato con LOTITO, che a sua volta, qualche  giorno  prima  si era incontrato  con CARRARO,  per chiedergli "attenzione verso  il suo caso":  MAZZINI, quindi,  chiedeva  a PAIRETTO se CARRARO avesse detto ai designatori "di tenere in considerazione la posizione della Lazio",  anche  come  segno  di  riconoscenza per quello che aveva fatto LOTITO nel corso delle trattative per la rielezione del Presidente  della  FlGC. Va detto subito che in tale conversazione, pur individuando un accenno  di consapevolezza  nel Pairetto di quanto  discorreva il Mazzini, lo stesso non si pronuncia sull'argomento esplicitamente e dunque l’assoluzione quantomeno per insufficienza delle  prove  a suo carico  si impone,  atteso  che l'appello  del  P.M.  sul punto  si ripropone sempre  nell'ottica della  rivalutazione della  sola  conversazione in esame.

Altro  coinvolgimento è, invece, provato per il MAZZINI, che oltre alla sopra citata telefonata risulta  contattato  personalmente dal  Lotito  (telefonata  n. 172 dell’8.02.2005  sull'utenza  in uso a MAZZINI) e dal  tenore  della  conversazione si evince facilmente che LOTITO  chiede  al MAZZINI  se a lui risultava  che CARRARO avesse  già parlato  con i due designatori e che, ricevuta  risposta  affermativa dal vice-presidente FIGC - Specificava  non  solo che tale  intervento era stato  pressante, ma riguardava almeno l’intero arco della restante parte del  campionato,  sino alla sua conclusione, sottolineando che CARRARO era una persona  che si dimostrava "leale" con lui. Infatti, nella successiva  telefonata  n. 2086 del  18.02.2005,  il Mazzini  si attiva direttamente con il Lotito al fine di tranquillizzare quest'ultimo sulla "sua mediazione" e  sull’intervento anche di altre persone anche estranee al mondo del calcio  (Ferri  e Fini, confermato in parte dalla  conversazione n.  2225  del 20.02.2005) in suo  favore  (il  Lotito,  dopo  avere  risposto  al Mazzini che  la sua  squadra  avrebbe incontrato  il Chievo  nella  domenica successiva,  riceve  l'imbeccata  del  Mazzini  con· la seguente  frase  "... ah! Si! Davvero? e chi hanno  tirato  a sorte ?...” ed il Lotito risponde “..sei  rincoglionito??!” – ed il Lotito comprendendo  solo  dopo a cosa  si riferisca  il suo interlocutore,  chiede “......eh? .. vabbè .. .come sto? .. " ed il vice presidente federale, pur troncando il tema del discorso, aggiunge  soltanto “…ti volevo salutare,  ti volevo dire che va bene, va bene!!”.  Anche  in altre  conversazioni prese in esame esame dal Tribunale emerge il coinvolgimento pieno dei due imputati (come le n. 1733 del  15.02.2005, in cui si intuisce che l’attenzione favorevole per il Lotito e dunque per  la squadra  della Lazio  è "particolare” o ancora la n. 2086 del 18.02.2005,  in cui  si evidenzia la esplicita richiesta da parte del Mazzini al Lotito -che  cerca rassicurazioni  certe-  di un nominativo  "sicuro"  per  la partita in oggetto “ si faccia dire il nome  e cognome e provenienza  ... sta bene!":  o  ancora la  n. 2338 del 21.02.2005 sempre tra Lotito e Mazzini in cui si chiarisce il rapporto “intenso” intercorso fra i due nella partita della precedente domenica- vedi pag  230 e segg. della sentenza  appellata).

Inoltre, vanno valutati anche, i contatti intercorsi prima  della  partita in  oggetto da parte dell'Ambrosino  (assistente di gara) con il Moggi  ed il Fabiani che, seppur  non imputati,  "colorano" la conduzione della partita  sicuramente sotto una luce quantomeno ambigua.  Infatti,  le doglianze  difensive  sul punto  non  smentiscono  né  il tenore delle  conversazioni  sopra citate (assolutamente chiare e prive di ambiguità lessicali sia nell'esposizione sia nei contenuti) né  la  qualità  dell’intervento attuato dal  Mazzini sulla pressante richiesta da parte del Lotito di  favorevole attenzione  per la sua squadra.  Peraltro si condivide il giudizio  del Tribunale della  ininfluenza sulla turbativa della gara  ( costellata da diversi errori arbitrali da pare dell’arbitro Rocchi ai danni del Chievo)  della deposizioni del Ferri (che inequivocabilmente ha ammesso di avere ringraziato il Mazzini da parte del Lotito, pur non conoscendone le reali motivazioni) né  quella del CT di parte Cornieti  (che  ha ammesso  di aver valutato "unilateralmente” la partita  solo contro  il Chievo)” (v. pag. 167-169).

                                                                                          *

V)  Lazio-Parma 2-0 del  27/02/2005 Mazzini  Lotito

“Va  confermato  anche tale giudizio su tale  frode  sportiva  attinente la partita  Lazio-Parma  del 27.02.2005, vinta  dalla  Lazio  2 a 0. Si indica  subito  che  l'assoluzione del Pairetto si fonda sulla analoga valutazione della sua condotta per il capo U) ovvero una sua sicura conoscenza della mediazione attiva del Mazzini per la Lazio, ma non appare evidente un suo specifico interessamento al riguardo e dunque va confermata, atteso che l'appello del P.M. nulla aggiunge allo scarno quadro probatorio a suo carico.

Altra valutazione va effettuata per il Mazzini ed il Lotito che, avendo scambiato plurime conversazioni fra di loro, hanno evidenziato una comunione di intenti risultante evidente dal tenore delle seguenti telefonate: n. 2338 del 21.02.2005 già citata nel precedente capo d'imputazione ed in cui vi è l'esplicita indicazione proprio da parte del Mazzini che l'obiettivo è la salvezza della Lazio (il Mazzini :”Bisogna salvarsi in tutti i modi, eh?” a cui il Lotito non si sottrae, anzi specifica “aih, domenica ho il Parma eh? Che è importante”) o ancora la n. 3286 del 27/02/2005 in cui si commenta in modo palese l'arbitraggio in favore della Lazio (MAZZINI: ti arrestano...ti arrestano...” LOTITO: “Grande Innocenzo!!!”  e prosegue “Aho? E perché mi devono arrestare?; MAZZINI: ehh! Chiediglielo a quelli del Parma...chiediglielo a quelli del Parma!”  e ponendo anche le basi per la domenica successiva in cui la Lazio incontrava il Messina “che è del giro di Moggi”). Anche qui si rilevano “ad colorandum” contatti fra le schede cd. “riservate” fra il Cassarà (il cd quarto uomo della gara) e il Fabiani nonché le deposizioni di alcuni testi (come il Baraldi o il Russo verbale ud. 4.12.2009 e ud. del 23.11.2009) che hanno evidenziato alcuni errori arbitrali non di poco conto dell'arbitro Messina (ad esempio la mancata concessione di un rigore pur rilevata dall'osservatore Nicchi), pur poi volendo far rientrare ogni fatto rilevato nell'ambito della mera valutazione” (v. pag. 169-170)..

                                                                                     *

A5  Chievo-Fiorentina 1-2  dell'8/05/2005 Moggi, Mazzini, Diego ed Andrea Della Valle Mencucci

“Tale imputazione attiene alla partita fra Chievo-Fiorentina, conclusosi in favore della Fiorentina  per 1 a 0 ed effettuata 1'8.05.2005.  La condanna  degli imputati va confermata in  questa sede, atteso che si  evidenzia dagli atti processuali una molteplicità  di elementi  probatori  tutti concludenti  nel senso  del  pieno coinvolgimento nella fraudolenta turbativa della partita in oggetto. Va premesso che dinanzi a questa Corte ha reso per la prima volta spontanee dichiarazioni il Della Valle Diego, il quale sostanzialmente  ha dichiarato  che la Fiorentina,  come nuova dirigenza sportiva, aveva tentato di opporsi ad un mondo del calcio (soprattutto ai vertici federali) un po' precondizionato  da un sistema di potere non condiviso nelle sue finalità, ma che successivamente erano stati di fatto costretti a piegarsi a tale sistema per far sopravvivere la squadra anche finanziariamente.  Tali affermazioni pur non indicative di nomi, appaiono confortate proprio dai molteplici elementi probatori inquadratati nel corso del processo.

Va anche indicato che le conversazioni cadute nelle attività investigative per tale imputazione hanno rilievo, giacche si innestano su quelle che hanno evidenziato fra il dicembre 2004 ed il gennaio 2005 (e di cui si è già esposto nella parte motiva relativa alla sussistenza del reato associativo per il Mazzini) un intento da parte degli imputati Mazzini e Moggi di ostacolare  inizialmente questo nuovo  ingresso in Federazione del Della Valle Diego, attraverso attività di dossieraggio finalizzata  a screditare la figura del predetto, nel tentativo di indurlo a lasciare libero il campo a vantaggio del presidente di Lega uscente (Galliani) e degli altri vertici federali a lui collegati.

La prima telefonata che appare significativa della attività fraudolenta per incidere sulla partita in imputazione  è quella del 21.04.2005, la n. 10435 fra il DELLA VALLE Andrea ed il Mazzini, in cui il Della Valle rappresenta all'interlocutore la propria preoccupazione per il prossimo risultato in campionato della squadra viola, soprattutto alla luce dell'ultimo  incontro con il Messina,. conclusosi  con il pareggio a causa del recupero concesso dall'arbitro Nucini -oltre all'espulsione  di un calciatore fiorentino- e chiede espressamente al Mazzini un incontro, La risposta del Mazzini è eloquente, avendo inteso immediatamente la direzione del discorso ed infatti invita I'interlocutore subito a non parlare di ciò per telefono, invito però non raccolto dal Della Valle, che insiste nel volere comprendere se vi è una forma di ostracismo contro la sua squadra: a quel punto il Mazzini, preso dall'incalzare del colloquio, fissa un contatto prima della successiva partita di campionato per la Fiorentina, indicando addirittura Coverciano come luogo di incontro.

Anche la conversazione n. 10438, sempre del giorno 21.04.2005, ha una piena valenza probatoria in relazione alla imputazione e alla condotta contestata, essendo confermativa  della  precedente:  qui il Mencucci (consigliere delegato e amministratore esecutivo della Fiorentina S.p.a.) contatta il  Mazzini  e questi rappresenta subito all’interlocutore  di essere già stato contattato da Andrea DELLA VALLE che gli aveva chiesto di dargli "una mano”. I due  commentando il disagio dei Della Valle per la situazione in classifica della Fiorentina, si soffermano su come superare gli ostacoli ed il Mazzini, facendo riferimento a pregressi contatti avuti con Andrea Della Valle, precisa "che cosa ti avevo detto io di Nucini..” ricevendo  il consenso del Mencucci “ esattamente quello che si è verificato”, lasciando così intendere che l'incontro precedente fra la Fiorentina ed il Messina doveva essere “pilotato” dall’arbitro verso un risultato positivo per quest’ultima formazione.

Infatti, il Mazzini proseguendo nella conversazione, spiega al Mencucci chiaramente che la Fiorentina subiva a causa dell'atteggiamento tenuto dal suo presidente in antitesi con il sistema dominante legato al gruppo di Moggi e che quindi  il suo contributo veniva un po’  limitato da questo suo non potersi opporre allo stesso.

Da tenore successivo della conversazione emerge chiaramente che il vicepresidente federale Mazzini, pur se da un lato precisa al Mencucci (che lamenta aiuti non corretti al Messina nella precedente partita)  che non va bene “comprare” le partite, dall'altro però indica la natura dell'aiuto che egli potrà fornire, ovvero una possibile conduzione di gara "favorevole”  alla squadra viola resa possibile attraverso l'individuazione  di un arbitro vicino al gruppo Moggi, suggerendo che per ottenere ciò vanno contattati i designatori ed in particolare il Bergamo: infatti il Mazzini riferisce nella telefonata sul finale  ". ... bisogna che Paolo BERGAMO abbia un minimo di attenzione verso il caso Fiorentina, il che vuol dire non fare niente di strano se non quello di essere tutelati per la realtà che è la Fiorentina…Tutto qui.  Però come tu li hai infamati a bestia, tu vieni a Coverciano in una stanzina riservata e gli dici: Caro Paolo, guarda che noi forse abbiamo sbagliato .... inc ... però siamo la Fiorentina, siamo i Della Valle, siamo persone perbene da voi, noi vorremmo essere tutelati. Quando tu hai fatto questo basta e m'avanza, però se non lo fai e ti vanno nel culo ..io non ho da dirti altro…”. Scattano di seguito febbrili contatti telefonici prima fra il Della Valle Diego ed il Moggi ( la n.. 2741 del 2.05.2005) ed in cui si manifesta chiaramente l’intento del Moggi nell'indurre il Della Valle Diego a condotte meno rigide e quindi "vicine al suo sistema", invito a cui non si oppone il Della Valle (da notare che è lo stesso Moggi a sollecitare  "un avvicinamento"  da parte del Della Valle, il quale dopo essersi scusato per il mancato incontro, si sente rispondere “ No...no…si, io sono giù ma non ti preoccupar! Tanto lo facciamo un’altra settimana,…pensiamo a salvà la Fiorentina, dai, dai!”; poi fra ciarliero il Mazzini e il Bergamo (da notare anche il tentativo non riuscito da parte del Mazzini di colloquiare direttamente con il Della Valle Diego nella telefonata intercettata n. 12068 del 02.05.2005 significativo della volontà del predetto di accelerare i tempi fra gli incontri accordati) ed in cui quest'ultimo viene informato dell’interessamento dei Della Valle e della loro volontà di contattarlo (la n. 12079 del 02.05.2005), contatto confermato dalla successiva telefonata  n. 12096 del medesimo giorno, in cui appare palese la volontà di entrambi gli interlocutori ( Della Valle Diego e Bergamo) di giungere ad un accordo "positivo" per entrambi sulla possibilità di recupero per Fiorentina.

Inoltre, da ulteriori colloqui captati fra il Mazzini ed il Bergamo (la n. 7417 del  2.05.2005)  emerge  la prova  del compiacimento  nei fratelli  Della  Valle dell’interessamento  del Bergamo per le sorti della squadra di Firenze, tanto che il Mazzini si precipita subito dopo a telefonare al Mencucci per sollecitare un incontro direttamente fra il Bergamo ed il Della Valle Diego. Prima di tale incontro comunque sì rinvengono altre telefonate significative della “preparazione" attenta del Mazzini (coadiuvato dal Mencucci) per tale incontro come la n. 12295 fra Andrea Della Valle ed il Mazzini, in cui il primo manifesta la propria premura affinché l'incontro con il Bergamo avvenga al più presto. Sollecitazione fatta propria anche dal Mazzini, o ancora quella fra il Mazzini ed il Mencucci del maggio 2005 -la n.. 12528 - in cui, avvenuto il sorteggio dell'arbitro Dondarini per la partita di cui all'imputazione, entrambi manifestano ampia soddisfazione "per il lavoro svolto" ed infine quella a completamento della partita ( la n. 12779 del giorno della partita) ed in cui sia il Mazzini che il Mencucci si congratulano a vicenda per l'ottenuto risultato positivo e del  “cammino” ancora  da continuare per la Fiorentina.

L'incontro poi fra. i Della Valle ed il Bergamo, preceduto anch'esso  da concitate telefonate ( nn. 8783 e 8849 del maggio 200)" avvenuto presso l'Hotel Villa Massa in Firenze risulta accertato e documentato da attività della P.g. in atti ed il fatto, come lamentato anche in primo grado dalla difesa degli imputati Della Valle, che non se ne conosca il contenuto non incide sulla valenza probatoria dell'accertamento, giacchè non trova in atti versione alternativa la motivazione dello stesso.”

Giova ricordare a proposito di detto incontro che inizialmente era previsto in ora notturna ed in una riservata sala di Coverciano, le cui chiavi erano nella disponibilità del vice presidente della F.I.G.C. ; poi, “in un sussulto di sobrietà”, come scrive, con raffinato humour, il G.U.P.,  i conviviali optarono per un ristorante vicino a Firenze!

Ritornando ora al testo della sentenza, si prosegue nella trascrizione dei suoi passaggi più importanti.

“Va anche detto che l'indicazione  da parte della Difesa dei fratelli Della Valle nel propri motivi di appello di avere appreso da fonte giornalistica ( peraltro  da altra fonte anonima  seppur indicata  come agente di polizia giudiziaria) della avvenuta registrazione di conversazioni in tale circostanza, che smentirebbero  l'assunto accusatorio, non può trovare alcun ingresso in tale processo, come anche altri articoli giornalistici  pur allegati ad altri appelli per altri imputati, attesa la assoluta genericità del loro contenuto e, nel caso di specie, la assoluta mancanza di accertamento  della fonte dichiarativa.” (v. pag.175-179).

                                                                                             *

A10)  Lecce-Parma 3-3 del 29/05/2005 Della Valle Diego-Della Valle Andrea – Mencucci-Mazzini - De Santis

La  condanna degli imputati De  Santis, Della Valle Diego, Della Valle Andrea, Mencucci  e Mazzini va confermata.  L'imputazione  attiene  alla partita  Lecce-Parma disputata il  29.05.2005, ultima partita del campionato di  serie A e conclusasi in pareggio. Tale  partita  rappresenta la continuità della  attività  di salvataggio della  squadra  della Fiorentina già  oggetto di  giudizio nel  capo  A5 ).  Con  tale  partita si  raggiunge  il risultato  ovvero  la permanenza di seria  A della  Fiorentina (il Bologna  ed  il Panna effettueranno poi  lo spareggio). Tale  obiettivo risulta provato anche qui dalla scelta (attraverso le griglie)  di  un  arbitro  vicino  al  gruppo  facente  capo  al  Moggi  (il  De Santis)  e di  una  cooperazione fattiva  fra  il Bergamo  ed  il Mazzini,  portavoce delle istanze  del Mencucci  e conseguentemente  dei fratelli  Della  Valle  ( come  da incontro presso  l'Hotel Villa Massa  del  14 maggio).  Anche  in tale caso  sono  le conversazioni intercettate a delineare  la vicenda  nei suoi aspetti  salienti. Va notata perché  fortemente  significativa la n.  15052 del 22.05.2005 intercorsa  fra il Mazzini  ed  il Bergamo ed  in cui  si parla  già del  De  Santis  come  futuro  possibile  arbitro;  poi  la  n. 48679 del  medesimo giorno, in cui il Bergamo parlando con  il Collina  (che  intende andare  ad  arbitrare "l'ultima partita di campionato"  ..) gli  fa capire  che non appare  possibile;  ancora  la rivelante  conversazione (la n. 50317)  del giorno  dell'incontro fra il Bergamo  ed lo stesso De Santis  ed in cui,  dopo  gli auguri per l'incontro ricevute  dal  Bergamo, il  De Santis  rassicura il  designatore  che  "  i ragazzi stanno  in forma, io sono .. .facciamo una partita a testa .....”  ed  il Bergamo, fraintendendo il rifermento  "ai ragazzi", gli consiglia  " ... fallo in palestra, così siete più  al fresco ... ". Ma  la telefonata  continua  con  una ampia  spiegazione del  De Santis; che  sottolinea  “.... usiamo  la testa  gli ho detto:  usate la testa ... correte  poco  e usate la  testa,  gli  ho  detto  a  tutti  e tre ..” con  ciò  riferendosi agli  assistenti (Griselli e Biasutto) e, dopo  avere  rassicurato il  Bergamo di  un  proprio  controllo sui  predetti ( sono bravi tutti e due ...... no, va bhe, Alessandro ( il Griselli  ndr)  non c'ho  problemi..è venuto pure a pranzo Pasquale D 'ADDATO  (n.d.r. osservatore della  CAN di A e B amico stretto del  De  Santis) chiarisce al  designatore  anche su  come "piloterà" l'incontro (“no, no,  te dico  guarda,  stiamo  preparati bene,  gli  ho  spiegato  pure un po' le  cose,  velatamente, Alessandro  (GRISELLI) sai  posso parlò in  un  modo, l'altro ...” “..... velatamente, insomma gli  ho  spiegato .. fatto capire che ... poi  intanto gliela do io l'impostazione,  da quello  che ho sentito  dalle  interviste: loro giocano, il Lecce  vuole giocare  per  vincere.  il Parma  pure  gioca  a  vincere.  quindi  a sto punto facciamo la partita, ci  mettiamo in  mezzo ... "),  ricevendo subito una  compiaciuta battuta  da parte  del Bergamo  ( “..... l'importante è che tu vinca …”). Si concorda con  il giudizio  del Tribunale  sul1a natura  maliziosa  delle  frasi anzidette  e sulla  finalità  delle stesse ovvero  che il tutto  debba  essere  gestito  "con  la testa"  e con  un tacito  assenso del D'Addato, osservatore  della partita  in oggetto. Il coinvolgimento diretto del  Mazzini,  del  Mencucci e dei fratelli Della Valle emerge  dalla  telefonata  n.  16774 del  29.05.2005 subito  dopo  la partita:  il Mazzini contatta  il Mencucci (mentre  questi  è allo  stadio,  festeggiando appunto la salvezza della Fiorentina)  e dopo  alcune  battute  reciproche sul1a "buona scelta" effettuata da entrambi  ("ciò  sempre  i cavalli  boni ...... i cavalli  veri vengono  sempre  fuori ... " dice il Mazzini  ed  il Mencucci  risponde  con  una  risata  ma anche  e soprattutto con  ampi ringraziamenti)  il Mazzini cerca  di  parlare con  i fratelli  Della Valle per  ricevere anche qui i ringraziamenti ma non vi  riesce perché, come gli viene detto dal Mencucci,  attorniati  dalla  folla. Ma la conferma  del diretto  interessamento del  Mazzini  appare  palese  dalla  telefonata n.  16780 sempre  del  medesimo giorno, in cui  il vicepresidente  FGCI,  parlando con tale Nassi,  che lo rassicura sul fatto che  la Fiorentina  andava  "in  ogni  caso  salvata", riceve  dal predetto  la conferma  della  bontà  del suo operato (  ..... però l'operazione chirurgica  è stata  perfetta  ... " ... tutti  e tre è .'..... perfetti! perfetti.' perfetti! e poi grande la Samp ..;"  ) , frasi a cui il Mazzini  dà pieno assenso. (Nella  telefonata 16820  del 29.5.2005  ancora  vi è la prova  del coinvolgimento  sia del  Mencucci  ma  anche  del  Della  valle  Andrea,  il quale,  di fronte  al commento del Mazzini  sui "cavalli  buoni” dichiara  che oramai è ammaestrato e con ciò dimostrando dì  avere  accettato il cd  'sistema  Moggi. Va  consideralo  che,  pur  non rilevandosi dirette  conversazioni in cui  l'interlocutore  è il Della  Valle  Diego,  appare chiaro  il suo coinvolgimento nella  vicenda  de qua. alla luce sia dello  stretto  connubio con  il fratello  Andrea  ( assolutamente  inequivoco  come  emerge dagli  atti ed  in cui appare  chiaro  che  ogni  decisione, seppur  condivisa fra  i due,  è  presa  dal  fratello Diego)  e sia del diretto  riferimento che  il Mencucci  fa esplicitamente  al Diego  Della Valle ("il patron")  per le  determinazioni intraprese dalla dirigenza  fiorentina nell'attivarsi con il Mazzini  prima e con il Bergamo  poi. Tale  conversazione  poi  trova  riscontro in quella  successiva la n. 16791  ed  in cui  il Mazzini,  ricevendo  i complimenti per la Fiorentina  da un interlocutore non identificato,  gli risponde  così" ... gli si è fatto il regalo a casa a questa  città ...... ora ... lo sapranno in dieci ..ma  l'importante  l'è  che  lo sappiano quelli  veri ... no no  a me non  me  ne frega una  sega ... " ed  ancora" .. .  ho visto De  Santis  a  buttà  fuori  anche Morfeo'' (n.d.r.  calciatore del Parma),  a cui  segue  la compiaciuta risata  di entrambi gli interlocutori. Quest'ultima telefonata si aggancia a  quella  con  il De  Santis  ed  il  Mazzini  ( la n. 19963  del  29.05.2005),  in  cui il  Mazzini, per far capire al De Santis di avere apprezzato  il modo  di pilotare la gara,  esclama  ridendo "Sono Morfeo!", battuta prontamente risposta dal  De  Santis. il  quale rappresenta  -  con fragorose risale (conversazione ascoltata  da questa  Corte)  - che con  l'espulsione  del Morfeo “.. s'era messo avanti  con il lavoro". Ma la parte più rilevante  della  conversazione  riguarda  la visita del Direttore  Sportivo  del Parma  (Cinquini) che va riportata  parzialmente per comprendere appieno il tono arrogante  assunto  dal De Santis  di fronte  alle lamentele del  predetto  a  fronte  di  un  numero  considerevole  di  ammoniti e  espulsi nella  sua squadra: Il De Santis  "no,  ha fatto  lo stupido  alla fine VIGNAROLI ( calciatore del Parma)  che  l'ho  'considerato  espulso  perché m'ha minacciato  ... ,..  Si, poi  è  venuto CINQUINI  a fine  partita,  m 'ha detto:  senta,  però  dice  volevo  dirle  una  cosa,  dico dimmi ....  Però  una partita  così,  ci vuole un attimino  di buon  senso  perché  io ho finito la partita  adesso vado a fare lo spareggio. c 'ho cinque  squalificati  ....  lo  ho  detto, scusa, ma  che  il problema è mio ....  Dice,  no perché la partita non  è stata  cattiva dice pronti via, Tre  gialli...  dice e poi hai continuato.: c 'ho GILARDINQ. Squalificato, MORFEO  squalificato, VIGNAROLI  squalificato.  CONTINI squalificato ...  e dico  scusa  CINQUINI, se mi  vuoi  insegnà  a fa  il dirigente tanto de cappello.  se me  voi insegna  a fa  l'arbitro le  lo insegno io a fa  l'arbitro  ...e il De Santis continua nel racconto  al Mazzini  che nel frattempo ride  fragorosamente  ". .. Allora, allora io  sono  Massimo DE  SANTIS. arbitro dì  calcio, penso di  saper arbitrare.  penso  di aver  applicato  bene il regolamento, son  venuto  qui, sono venuto  a fare  Lecce  -  Parma, a me non me ne frega un cazzo né del futuro del Lecce,  nè del futuro del Parma e  ho  applicato  il regolamento...i  problemi sono  altri, sono vostri .... Chiaro"? ..  Allora ha fatto: no perché io ...  perché te pensa ai giocatori  te che io penso  a fa l'arbitro,  perché io gli errori  degli  altri  non  li  vado a sindacare. io  guardo i miei,  il buon  senso  il  regolamento non  me  lo  cita,  capito, perché  mi è sembra/to tante  volte che qualcuno  ha usato il buon  senso  e voi dirigenti lo avete  attaccato .. allora  l'unica è venire  qui, si applica  il regolamento e questo  è quanto.:  le  va bene così? Se non  le  va  bene  in  ogni caso è  cosi!'! ... "  discorso seguito  ancora  da  risate  da parte  di  entrambi  gli  interlocutori ma il De Santis non pago di  tanta ilarità.  prosegue “.... Dico  perché ...  dico  perché lei fa lo spareggio? Dice perché  che non lo sa??  E che ne  so io stavo a arbitra  e che ne so dei risultati ... io sto a senti i  risultati ...  Dice  io  adesso vado  a fa lo  spareggio senza  mezza squadra ...  e che il problema  ...  e che  l'ho falla  io la campagna acquisti??!!.... o o  Ma sarà un problema suo, dice ma Morfeo  pure  alla fine lo ha ammonito. perché?"? Dico si,  perché ...  quello  ha  preso il pallone e  me  l'ha tirato  in  tribuna...  scusa ...... Dice ...  e ma  era  diffidato... o e poteva non tirà  il pallone in  tribuna!'!  E scusa .. ( ridendo) Dico, perché  scusa  ma chi è che s'è  salvato ...  -ride-  .. la Fiorentina  ... a. .. non  lo sapevo ...  dico  non  lo sapevo ...  dice  ma  come  lo sapevano tutti in mezzo al campo!!??  lo,  non  sento in  mezzo al  campo, io  penso a fa...  lo  vede  qual è  il-: problema  mio??  Che io ho pensato a fa l'arbitro e i giocatori pensavano ai risultati e così questi  so i risultati ... è... ". La  chiosa finale  però  spetta al  Mazzini  che  esclama soddisfatto " ... perfetto, perfetto!", Inoltre  la  condotta fraudolenta  del De Santis appare  provata  anche dalla conversazione  precedente a  quella  sopra  citata (  la  n.  10742) in  cui  il  De  Santis,  non  trovando  il  Mazzini,  parla con  il suo collaboratore Renzi e, commentando la partita appena arbitrata,  la definisce "un'opera  d'arte!". Va anche  sottolineato  che a sostegno della  conduzione  di gara  fraudolenta  va attribuita  piena valenza (a differenza di quanto indicato nella  sentenza appellata)  alla deposizione del  giocatore  del  Parma Vignaroli  (ud. del 11.05.2010, in  cui  ha  riferito che la  brusca  reazione  manifestata  alla propria  espulsione (peraltro verificatasi commentata anche  da altri testi come  lo  stesso  Zeman  e il  Carmignani vedi  ud 20.11.2009 )  era  dovuta  ad  una frase rivolta  a  lui  dal  De  Santis  che con la  stessa aveva fatto intendere  che  non  avrebbero vinto la  partita (da  notar che la  giustizia sportiva, pur  in  presenza di  un 'indagine federale in parte confermativa di tale  fatto, non  rilevò  al  De  Santis alcuna  violazione  disciplinare). Ciò appare significativo dell'atteggiamento assunto dal De  Santis durante la gara  che, seppur minimizzato sia dall'amico osservatore  D'Addato  che dagli assistenti di gara  ( Biasutto e Rosetti),  ha trovato comunque conferma, seppur  generica,  nelle deposizione dello Zeman  e  del Baraldi.

(nella prossima puntata l'alterazione del sorteggio degli  arbitri designati per la direzione delle partite del campionato 2004-2005)