E poi arriva il momento che tutti hanno descritto per giorni, settimane, mesi. Arriva e nonostante tutto ci sorprende. Moratti non sarà più Presidente. Questa volta si cambia per davvero. Non si resta in famiglia come era successo quando la presidenza era passata a Giacinto Facchetti. Il futuro è una pagina bianca tutta da riempire. Da scrivere con una nuova storia che non potrà mai liberarsi di quella antica e che non dovremo stancarci di raccontare ai nostri figli.
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UN ROMANTICO A MILANO
E poi arriva il momento che tutti hanno descritto per giorni, settimane, mesi. Arriva e nonostante tutto ci sorprende. Moratti non sarà più Presidente. Questa volta si cambia per davvero. Non si resta in famiglia come era successo quando la...
Una storia piena di vittorie, sconfitte, delusioni, innamoramenti ed investimenti. Tanti investimenti. Oggi c'è chi ricorderà quelli indimenticabili (Ronaldo quando era il Fenomeno, Bobo Vieri quando era un bomber da 90 miliardi di vecchie lire) e chi invece preferirà rispolverare i fallimenti e i flop. Moratti non lascia perché non ha più un soldo. Moratti lascia perché quello che ha in mente per la sua Inter non coincide più con quello che lui può darle. Una consapevolezza sancita a Parigi, città romantica e sognatrice, dove era andato a prendersi Mourinho. Quando in pochi lo avrebbero fatto.
Emotivo, appassionato, irrazionale. Se la sua più grande colpa è quella di aver trattato l'Inter come una famiglia verso la quale l'amore è stato spesso abbagliante, sarà difficile non perdonarlo. Sarà difficile dimenticare quante battaglie ha combattuto, nell'impotenza di un sistema che non ha mai lesinato critiche nei suoi confronti, tagliandolo fuori perché poco influente. Politicamente inconsistente. Rispettoso. Fin troppo. E poi quel senso di responsabilità verso i tifosi. Lo stesso che probabilmente lo ha spinto a fare questo atto, per certi versi, contro natura. Cedere la sua creatura.
Perché al di là degli sbagli, dell'incapacità di rendere tutto più manageriale e in linea con i tempi che corrono, rimane il fatto di averci provato. Di non aver avuto paura di cavalcare i propri sogni, cercando di esaudire quelli degli altri. Certo, come si è affrettato a dire qualcuno non è morto nessuno. Moratti farà ancora parte dell'Inter, anche se non sarà lui ad avere la maggioranza. Con lui però si chiude un'epoca che alle nuove generazioni sembrerà una lontana istantanea in bianco e nero. Un'epoca, che non può prescindere dalla città di Milano, dal suo senso di accoglienza che ne ha sempre evidenziato la natura internazionale e generosa. Che ha permesso a generazioni di tifosi di sentirsi nerazzurri anche se dall'altra parte del mondo. Ci mancherà quel romanticismo che c'è a volte nel calcio e che forse ora non ci si può più tanto permettere. Ci mancherà quel modo di fare, tipico della generazione dei nostri nonni. Racchiuso in un gesto gentile o in un saluto educato. In quel bisogno di essere prima di tutto delle brave persone. Ci mancherà anche l'orgoglio bauscia. Difficile da descrivere. Impossibile da replicare.
Twitter @SBertagna
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