Ma al netto della prudenza, peraltro comprensibile contro una squadra che può colpirti in contropiede in qualunque momento, la sconfitta non offusca la qualità e la padronanza caratteriale di questa ex outsider. «Ex» perché il Bologna di Thiago non ha alcun timore reverenziale, palleggia con autorevolezza, e punta a imporre il suo gioco anche contro le formazioni più forti. Il quarto posto che difende in classifica è fedele alla maturità raggiunta. Quanto all’Inter, il risultato premia la strategia sparagnina di Inzaghi, che risparmia Lautaro, Dimarco e Pavard, e roda i rientranti Calhanoglu e Thuram, in vista della gara di Champions di mercoledì con l’Atletico.
Il regista non è ancora in palla, l’ala invece è annullata dalla efficace marcatura di Lukumi. Ma all’Inter bastano quindici minuti di percussione per affondare il colpo del vantaggio e poi controllare la gara, chiudendosi in un catenaccio strettissimo. Non è un bel vedere, ma racconta in controluce la razionalità di una squadra che compete su più fronti e dosa con saggezza le sue energie. Perché, messo ormai in tasca lo scudetto, la vera posta in gioco è l’Europa. Con un simile equilibrio la doppia cavalcata non è un miraggio".
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