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Barigelli (GdS): “Inter, scudetto grazie a Conte. Inzaghi ha un Everest da scalare”

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L'editoriale del direttore de' La Gazzetta dello Sport Stefano Barigelli sul cambio in panchina all'Inter con Inzaghi al posto di Conte

Alessandro De Felice

Stefano Barigelli, direttore de' La Gazzetta dello Sport, ha analizzato nell'editoriale sulle colonne dell'edizione odierna della Rosea l'arrivo di Simone Inzaghi sulla panchina dell'Inter.

Si parte dall'addio di Conte: "L’Inter, che ha coronato solo poche settimane fa l’inseguimento allo scudetto assente da una vita, è rimasta senza le certezze (Conte) e preso il rischio di una scommessa (Simone Inzaghi). Con una differenza non banale: la Juve il ribaltamento l’ha voluto, l’Inter no. Sulle ragioni che hanno portato Conte e l’Inter alla separazione si potrebbe scrivere un romanzo. Già alla fine della stagione scorsa, chiusa con un secondo posto carico di promesse e una finale di Europa League, le tensioni tra i dirigenti nerazzurri e l’allenatore erano al limite.

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I mesi trascorsi in apnea con l’obiettivo dello scudetto hanno solo messo tra parentesi problemi antichi evidentemente ancora vivi. In una separazione le ragioni e i torti sono difficili da attribuire con nettezza. Faccio solo due considerazioni di cui sono convinto: senza Conte il nostro campionato è più povero, senza Conte lo scudetto l’Inter non l’avrebbe mai vinto".

Per Inzaghi c'è una nuova missione: "È un tecnico che somiglia a Conte nel pensiero tecnico, ma è tutto diverso, e ci mancherebbe, per quanto riguarda il resto dell’armamentario che si porta dietro ogni allenatore. Diverso il modo di gestire i giocatori, diverso il modo di porsi con la società. Zhang ha spiegato le difficoltà che deve affrontare e risolvere. Ridimensionamento dei costi e taglio del debito. Fare un utile di 100 milioni sul mercato non sarà facile, anche se da Campioni d’Italia è aumentato il valore di chiunque oggi sia nella rosa nerazzurra. Inzaghi non sarà di sicuro un tecnico che ostacolerà o renderà difficoltose le operazioni della società.

Non lo ha mai fatto alla Lazio, a maggior ragione non lo farà ora all’Inter. Il club ha però la responsabilità, oltreché dei conti, anche dei milioni di tifosi che rappresenta. Si può alleggerire il peso del monte ingaggi perdendo il meno possibile dal punto di vista tecnico. Fare a meno di un paio di titolari, restando una squadra competitiva in Italia e in Europa è possibile, purché si investa bene, preferibilmente in giovani di talento. Ci sono esempi in Italia, e non solo, di società che hanno saputo tenere insieme bilancio virtuoso e risultato tecnico. Alleggerirsi senza indebolirsi è la sfida che deve affrontare l’Inter.

Inzaghi ha davanti un Everest di attese enormi da scalare: fare un campionato di testa, andare avanti in Champions League dove c’è tutto un altro calcio. Non può farlo senza il sostegno convinto e totale della società. Se però Marotta ha cercato fino all’ultimo Allegri significa che non ha rinunciato a grandi obiettivi, non li cambierà solo perché ha dovuto sterzare su Inzaghi".

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