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Beccalossi su Eriksen: “Forse è timido ma servono i fatti. Può fare come Bastoni e…”

Le parole di Beccalossi a La Gazzetta dello Sport

Matteo Pifferi

Intervenuto ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, l'ex Inter Evaristo Beccalossi ha parlato così delle dichiarazioni di Christian Eriksen direttamente dal ritiro della Nazionale:

“Io credo che bisogna leggerlo in maniera positiva. In fondo ha esternato la volontà di giocare e di essere protagonista, quindi ci vedo il desiderio di dimostrare di essere da Inter. Di voler dare il suo contributo alla squadra che si è attrezzata per essere protagonista in tutte le competizioni”.

Di certo l’ultima esclusione nel big match con la Lazio avrà lasciato il segno. Malgrado le cinque sostituzioni, non è nemmeno entrato in campo.

“Conte e la società hanno individuato insieme il modo per migliorare l’Inter e la soluzione è stata quella di avere una rosa profonda, con tanti uomini di qualità per riuscire a reggere al meglio i cicli da una partita ogni tre giorni”.

Magari la difficoltà di Eriksen nasce proprio dalla grande abbondanza a centrocampo, ruolo in cui l’Inter si è rinforzata di più. Il fatto di sentirsi sempre in discussione può essere destabilizzante?

“La competizione aiuta a crescere e tirare fuori il massimo da ciascun giocatore. Una grande squadra come l’Inter ha bisogno di venti titolari per arrivare in fondo a tutte le competizioni e bisogna sempre farsi trovare pronti. Essere bravi a mettere in difficoltà le scelte dell’allenatore, dando il massimo negli allenamenti e negli spezzoni di partita in cui si viene chiamati in causa”.

In che modo il danese può capovolgere le gerarchie?

“Lasciando il segno in campo, ogni volta che ne avrà occasione. Deve mettere la sua grande qualità al servizio della squadra, al di là della posizione che dovrà occupare in campo o al minutaggio che avrà. Servono i fatti, quelli sono incontestabili. Antonio è un tecnico molto attento a queste cose. Guardate Bastoni: lo scorso anno è partito piano, con qualche apparizione qua e là. Oggi è un giocatore importantissimo per l’Inter, un valore aggiunto”.

Cosa ha frenato secondo lei questi primi mesi italiani di Eriksen?

“A volte incide molto il carattere: lui magari è un tipo timido che ha bisogno di più tempo per adattarsi a un nuovo Paese e un nuovo ambiente”.

Confrontando il minutaggio nelle varie manifestazioni si nota come in Europa sia stato più protagonista rispetto alla Serie A. Solo un caso?

“Non so, ma come ho già detto non ne farei troppo una questione di competizione, minutaggio o ruolo. Quest’anno l’Inter avrà tanti impegni ravvicinati e ci sarà spazio per tutti. Eriksen vuole essere protagonista e non c’è punto di partenza migliore per dimostrare di essere un valore aggiunto”.

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