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Borghi: “L’Inter non si pentirà di aver preso Vidal. Eriksen? Forse non fa per Conte”

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex tecnico del Cile Claudio Borghi ha parlato dell'arrivo di Vidal all'Inter

Andrea Della Sala

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex tecnico del Cile Claudio Borghi ha parlato dell'arrivo di Vidal all'Inter, giocatore che conosce bene sia per averlo allenato nel Colo Colo che nella Nazionale.

Borghi, ci racconta come è cambiato Vidal negli anni?

«Nelle giovanili a volte lo tradiva il carattere: troppo emotivo, irruento. Era un difensore centrale, io avevo pronosticato che sarebbe diventato il miglior libero del mondo: tempi e interventi perfetti. Il passaggio in Europa lo ha reso un centrocampista polifunzionale, ma non so se ci ha guadagnato».

Oggi, a 33 anni, può essere dominante nelle due fasi come ai tempi della Juve?

«A livello fisico è totalmente integro e ha doti “genetiche” molto buone. Non avrà problemi, la sua capacità di dare tutto in ogni gara non cambia. L’Inter non si pentirà di averlo. Conte gioca sempre con tanti in mezzo, essere il più avanzato può renderlo ancora più protagonista».

Quando allenava la Roja la fece anche arrabbiare, vero?

«Una volta arrivò agli allenamenti in elicottero. Non è stato tanto l’elicottero, ma dove atterrò: farlo su un campo da calcio non mi sembrava il caso. Preferivo Vidal restasse un po’ più legato alle sue origini, anche se le sue finanze erano cambiate».

Sempre da c.t. disse che Pirlo era stato decisivo per lui.

«Pirlo era un giocatore con una saggezza e una conoscenza calcistica molto alta. Ha reso Vidal più ordinato, gli ha insegnato come e dove muoversi. Era giovane, fu un riferimento».

Le piace lo stile di Conte?

«Spesso non mi piacciono i suoi cambi: sempre ruolo per ruolo, senza mai cercare una soluzione differente. Ma così è arrivato a grandi risultati, è nel suo dna».

Da Sanchez coso si aspetta?

«Può fare cose differenti da Lukaku e Lautaro. Voglio vederlo in una squadra che lo vuole e protegge.E con Vidal si conoscono da piccoli».

Ma i loro rapporti come sono? La stampa cilena a volte ha parlato di freddezza…

«C’è sempre stata una battaglia sportiva fra i due, sin dal Colo Colo: una rivalità per la leadership. Non so se siano intimi amici, ma ora avranno una convivenza più stretta».

Lautaro è pronto ad essere una star mondiale?

«A volte mi chiedo se sia nella situazione più adeguata a lui. Non so se sia il partner più adatto a Lukaku: quando parte di potenza non ci stai dietro».

Lei un posto ad Eriksen lo troverebbe?

«I club a volte comprano i giocatori per come hanno giocato altrove. Devi pensare se si adatta al tuo stile. Forse non è un calciatore per Conte. E se uno non si sente importante cala di rendimento: è un circolo».

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