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Capello: “Champions? Occhio all’Inter, lo dico da mesi. C’è un solo rischio per questo gruppo”

Capello: “Champions? Occhio all’Inter, lo dico da mesi. C’è un solo rischio per questo gruppo” - immagine 1
Del cammino dell'Inter di Inzaghi e dell'obiettivo Champions League ha parlato l'ex tecnico Fabio Capello: 
Andrea Della Sala Redattore 

Del cammino dell'Inter di Inzaghi e dell'obiettivo Champions League ha parlato, sulle pagine de La Gazzetta dello Sport, l'ex tecnico Fabio Capello:

Credo che il percorso di questa Inter straordinaria sia partito alla fine della stagione scorsa, nella finale di Champions League a Istanbul persa 1-0 contro il Manchester City. Quel 10 giugno la squadra di Simone Inzaghi ha capito di essere forte. Il secondo tempo giocato con quell’intensità e quella qualità, mettendo in difficoltà una corazzata come la squadra di Pep Guardiola, ha dato consapevolezza a tutti, all’allenatore e ai giocatori, a quelli che c’erano già ma anche a quelli che sarebbero arrivati in estate. C’è stata infatti la forza e la capacità di passare questa mentalità ai vari Sommer, Thuram, Pavard, Frattesi, Arnautovic: siete arrivati in una squadra che non teme nessuno, in Italia come in Europa.


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Finalmente in Serie A posso ammirare una squadra che gioca e che vince come piace a me. Verticale, di movimento, veloce. L’Inter non cerca di copiare il dominio basato sul possesso palla che impone il City di Guardiola, un modello piuttosto statico che comunque i nerazzurri copierebbero male dato che hanno qualità diverse. Inzaghi è stato bravo a prendere questo indirizzo tattico e a lavorarci con convinzione. Tra Barella, Mkhitaryan, Cahlanoglu e gli esterni come Dumfries e Dimarco, oggi può fare affidamento sul centrocampo più forte d’Europa. In campo i sostituti — chiamare riserve i vari Frattesi e Asllani sarebbe sbagliato e riduttivo — garantiscono lo stesso rendimento di chi è a riposo o è infortunato.

La velocità con cui viaggia la palla e i movimenti degli uomini senza palla sono fattori fondamentali di questa squadra, e quando gli avversari tentano di giocare uomo su uomo contro l’Inter, nel momento in cui perdono palla sono finiti, come del resto hanno dimostrato le ultime partite . Inzaghi ha a disposizione qualità e velocità di pensiero. In estate sono stati fatti degli acquisti mirati, alcuni dei quali a parametro zero. È stata brava la società a muoversi con intelligenza e bravo Inzaghi, che certamente ha dato il proprio contributo. Queste scelte sono state quasi tutte azzeccate, segno che chi le ha fatte di calcio capisce eccome.

Ora questa Inter va molto di moda, tutti sono rapiti dai suoi risultati e dal suo modo di giocare. Da mesi dico ai giornalisti stranieri che per la vittoria della Champions League bisogna tenere in grande considerazione l’Inter, anche quando i bookmakers mettevano davanti soltanto il Real Madrid, il Manchester City e magari il Paris Saint-Germain. La realtà è che tutti dovranno fare i conti con la squadra di Inzaghi. Insieme ai nerazzurri, vedo come favoriti il City di Guardiola, campione uscente, e il Real di Ancelotti, per esperienza, qualità e perché Carletto sa sempre come si portano a casa i trofei. L’Inter però può farcela perché ha potenza, fisicità, tecnica e attenzione, tutte caratteristiche fondamentali per il percorso in Europa. I valori della Champions League sono talmente alti che se non sei squadra nel modo in cui lo sono i nerazzurri in questo momento, non puoi sperare di fare molta strada.

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C’è solo un rischio per questo gruppo straordinario. Ora tutto attorno c’è un’aria di grande esaltazione, ma bisogna rimanere umili perché altrimenti si rischia di minare la tranquillità interna e di compromettere il cammino fatto finora. Tutto passa per la testa, un errore da questo punto di vista potrebbe avere conseguenze pesantissime. Alcuni segnali però mi rasserenano. Ho letto con interesse l’intervista che Davide Frattesi ha concesso alla Gazzetta dello Sport. Ha raccontato di come Inzaghi sappia dire la parola giusta a tutti, anche nei giorni più difficili, anche a chi magari vede il campo meno degli altri. Questo aspetto, questa capacità di motivare i singoli e di tenere unita la squadra è una componente fondamentale del lavoro dell’allenatore e del successo che in questo periodo ha l’Inter. Devo anche dire che i cinque cambi che i tecnici di oggi hanno a disposizione aiutano molto. Una volta quando ce n’erano solo tre era durissima, il momento in cui dovevi dire a un bel numero di giocatori che la domenica si sarebbero dovuti accomodare in tribuna era tra i più difficili della settimana.

 

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