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Chiambretti: “Scudetto? L’Inter ha il green pass: a parte Dzeko, ha giocatori giovani”

Chiambretti: “Scudetto? L’Inter ha il green pass: a parte Dzeko, ha giocatori giovani”

Lunedì riparte Tiki Taka con Piero Chiambretti ancora al timone del programma. Il conduttore TV ha rilasciato un'intervista a Tuttosport

Matteo Pifferi

Lunedì riparte Tiki Taka con Piero Chiambretti ancora al timone del programma. Il conduttore TV ha rilasciato un'intervista a Tuttosport.

Domani riparte Tiki Taka. Come si sente in vista dell’esordio? 

 «Prontissimo. Ogni volta è un’incognita, ma cercherò di fare bene il mio mestiere, provando a limitare i danni che ci saranno, perché la tv è bella in quanto imperfetta. Il programma mischia lo sport con lo spettacolo. Ci sarà la discreta autorevolezza di alcuni protagonisti, e una spensierata brigata in cui si cercherà di parlare di calcio per parlare di tutto».

 Dopo la prima stagione, è stato riconfermato alla conduzione. Qual è l’obiettivo di quest’anno? 

 «Migliorare la stagione scorsa, anche se non sarà facile. Come nel calcio, i competitors si rinforzano. Il lunedì sera è diventata una serata molto complicata perché c’è tantissima offerta. La conquista di un punto di share è diventata una guerra tra poveri. Sono convinto che la semina dello scorso anno sia servita per creare un appuntamento e un pubblico diverso da quello che c’era prima. Io, poi, non sono solo il conduttore ma l’autore: conduco solo cose mie perché voglio essere responsabile, nel bene e nel male, di quello che succede».

 Squadra che vince non si cambia, e lei ha riconfermato tanti ospiti. Ci anticipa qualcosa di lunedì? 

 «L’intenzione è ripartire dall’ultima puntata dello scorso anno, come se questa fosse la successiva e non la prima di un’altra stagione. Con gli stessi ingredienti, qualche cambiamento di sigla e grafica, e qualche figura che a sorpresa cercherò di inserire in maniera molto soft. Le novità devono nascere dalla rilettura di quello che succederà sui campi di calcio nel week end, avvicinandosi alle partite di Champions. Lo sforzo, per quanto possibile, sarà riuscire a dire qualcos’altro che non sarà già stato detto altrove».

 E lei, dopo 35 anni di carriera, si sente più senatore dello spogliatoio o ancora giovane speranza? 

 «Purtroppo un po’ entrambi. Non posso negare che l’esperienza nasce da un’età che non è quella dei ragazzi della Primavera. Lo spirito, però, non è cambiato. Io non mollo mai, e continuo a lavorare con la mente pensando a quello che vorrei fare».

 Passiamo al Torino. Le piace Ivan Juric? 

 «Tanto, ma non posso dimenticare cosa ha fatto Davide Nicola. Mi spiace sia andato via ma è stato sostituito da un tecnico di grande personalità. Juric ha dimostrato di avere coraggio nel mettere in campo una squadra che, fino alla sfida contro la Fiorentina, non era quella che aveva immaginato. E l’ha avuto anche quando ha parlato delle mancanze nella squadra, appianate almeno sulla carta con giocatori che secondo me hanno grande qualità e quantità».

 Contro la Salernitana sarà uno scontro diretto. Che partita si aspetta? 

 «Pur essendo le due squadre che hanno speso meno sul mercato, non credo partano entrambe per salvarsi ma per fare del buon gioco. Ribery nella Salernitana, e i tanti arrivi al Torino, sono la dimostrazione che si vuole lasciare il segno. Sarà la prima vera partita del Torino, con la squadra che ha in mente Juric».

 Il suo pronostico? 

 «Dico 1X, poi è chiaro che la Salernitana è un’incognita. Il tifo, se ci sarà, sarà decisivo».

 Tra i nuovi acquisti, chi la stuzzica? 

 «Brekalo, che è il giocatore che tutti considerano il salvatore della patria. Dovrà dimostrare subito la propria personalità. Anche Praet, che ha fatto bene alla Sampdoria, mi piace tanto».

 La certezza, anche quest’anno, è Belotti: che idea si è fatto sul futuro del Gallo? 

 «Credo che, scegliendo di rimanere, abbia dimostrato il suo attaccamento. Secondo me ha fatto bene, perché questo può essere davvero l’anno della svolta. O il Toro prende una dimensione chiara o si rimane al palo, e la conferma di Belotti è indicativa. Spero che il Gallo possa ritrovare lo smalto».

  A proposito di società: il voto al mercato di Cairo e Vagnati? 

 «Darei 8 per gli ultimi tre giorni, il resto un po’ meno».

 Lei che conosce il presidente, crede che possa passare la mano? 

 «Non lo so, per vendere ci vuole qualcuno che compri. I progetti e gli editti ventilati dalle sedicenti cordate che si sono presentate negli ultimi anni si sono dimostrati tutti fatti di carta velina. Se Cairo dovesse lasciare, bisognerebbe che lo faccia a qualcuno che ambisca a essere meglio di lui. Non sono nella sua visione societaria, ma non mi sembra siano arrivate offerte. Se venderà, lo farà quando la squadra sarà vincente».

 Intanto il rapporto con la piazza continua sempre più a deteriorarsi. 

 «La frattura c’è, ma so anche che nel passato, quando le cose sono andate bene, alcune si sono rimarginate. Voglio pensare positivo: cominciamo dalla Salernitana, arriviamo a Natale e poi chissà».

 A Tiki Taka racconterete il campionato in tutte le sue sfaccettature: qual è la sua favorita per lo scudetto? 

 «Vorrei che lo vincesse il Torino, ma non credo che quest'anno riusciremo a raggiungere il tricolore (ride, ndr). Non c’è una favorita, ma 4 o 5. Dalle famose 7 sorelle adesso si potrebbe parlare delle 5 zie. L’Inter ha il green pass: a parte Dzeko, ha giocatori molto giovani».

 C'è anche la Juventus in questa schiera di favorite? 

 «Certo, ma anche Roma, Napoli, Atalanta, Milan. La Juve è all’anno 7, dopo la partenza di Ronaldo. È una delle grandi novità di quest’anno: non parte favoritissima, e quindi lo diventerà di conseguenza. Il ritorno di Allegri darà stabilità a squadra e ambiente. Allenatori come Sarri, Spalletti e Mourinho non vorranno però restare a guardare».

 Grazie, Chiambretti. E in bocca al lupo per la stagione a Tiki Taka. 

 «Viva il lupo. Anzi, in bocca al Toro!».

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