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Condò: “L’Inter e la Juve devono vincere. A Conte si deve riconoscere una cosa. Ed Eriksen…”

Il giornalista fa il punto sul campionato, ormai pronto a partire

Matteo Pifferi

Direttamente dalle colonne di Repubblica, il giornalista Paolo Condòha fatto il punto della situazione alla vigilia del campionato che scatterà proprio oggi con Fiorentina-Torino:

"Una volta Jurgen Klopp disse che il suo obiettivo non era allenare la squadra più forte, ma batterla. La fierezza di questa forma mentis dovrà ispirare le sfidanti della Juventus, perché nel campionato che inizia oggi i campioni d’Italia faranno leva su una narrazione potente e mai vista prima, quella dei dieci scudetti consecutivi. Una stella ottenuta mentre tutti gli altri segnano il passo. Per un ambiente che si ciba di motivazioni come quello juventino il discorso precede perfino le considerazioni tecniche sulla scelta rischiosa di mettere Andrea Pirlo in panchina o su quella “politica” di dare tutto il potere a Ronaldo, cercandogli in Dzeko un altro Benzema, sorreggendolo con l’energia di Kulusevski e disegnando un nuovo enorme punto interrogativo sulla collocazione di Dybala. La Juve della scorsa stagione era una preda: in campionato se l’è cavata con un certo margine, ma il rigetto dell’ambiente per Sarri ha portato a un fallimento in Champions più fragoroso dei precedenti. La nomina di Pirlo è anche un avviso interno ai naviganti; è talmente estremista, e in quanto tale forte, da far capire che non saranno tollerati nuovi mal di pancia".

INTER E ATALANTA - "Nella prima cesta ci sono altre due squadre, con una differenza sostanziale: l’Inter come la Juve deve vincere, mentre la missione dell’Atalanta è provarci. Premesso che le ultime due settimane di mercato possono cambiare molte cose, la sensazione è che l’anno scorso l’Inter fosse ormai vicinissima alla rivale. L’elettrochoc agostano di Antonio Conte ha prodotto un chiarimento che da fuori si stenta a capire: l’allenatore ha ottenuto che la vittoria non venga considerata un obbligo, eppure sta ispirando una campagna acquisti basata su giocatori (Kolarov, Vidal, lo stesso Sanchez) con i quali, per motivi anagrafici, devi vincere subito. Detto che Hakimiè un talento in tutta evidenza superiore - lo sarebbe anche Eriksen - l’uomo-chiave resta la portaerei Lukaku. E occorre riconoscere che su nessun nome Conte s’è impuntato di più".

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