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Condò: “L’Inter aveva avuto un’ispirazione: l’avesse seguita ora non piangerebbe su…”

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Il giornalista ha analizzato il campionato di Serie A in attesa dell'ultimo posticipo della sesta giornata, in programma stasera

Alessandro De Felice

Paolo Condò analizza sulle colonne di Repubblica il sesto turno di Serie A, che si concluderà stasera con il posticipo tra Verona e Benevento al 'Bentegodi'. Ecco le parole del noto giornalista nell'editoriale di oggi, in cui parla anche dell'Inter di Antonio Conte e dei rimpianti dopo il pareggio per 2-2 a San Siro di sabato contro il Parma:

""Nel giorno in cui solleva una discreta indignazione il tweet di Giovanni Toti sui pensionati "non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese", pare quasi che i nonnetti della Serie A si siano messi d’accordo per confutare la teoria. Improduttivi noi? Zlatan Ibrahimovic (39) firma la fuga del Milan con un assist e il gol decisivo in acrobazia — fatela voi, ragazzi —, Cristiano Ronaldo (35) rianima la Juve concedendosi pure un rigore a cucchiaio, il trio d’attacco della Roma composto da Dzeko (34), Pedro (33) e Mkhitaryan (31) disegna geometrie pregiate che Fonseca mette in sicurezza facendo marcare a uomo a tutto campo Franck Ribery (37). In coda a 98 minuti di battaglia la Lazio passa a Torino perché il piede più lesto appartiene a Felipe Caicedo (32), e persino Gigi Buffon (42), con la Juve avanti di un gol soltanto, blinda il risultato con una parata d’autore. [...] La stessa Inter, negli ultimi giorni di mercato, aveva avuto l’ispirazione di scritturare Gervinho (33): l’avesse seguita, come ha fatto per Kolarov (34) e Vidal (33), magari ora non piangerebbe sul pareggio di sabato.

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Il Milan? Resta presto per definire un obiettivo limite — il posto Champions potrebbe non essere esaustivo — e prima di dire che lo scudetto è fuori portata sarà bene aspettare che emerga una corazzata. La Juve lo è ancora? No, ma almeno in Italia potrebbe ridiventarlo presto perché il lavoro di Pirlo riparte dal rientro di Cristiano Ronaldo. Tutto ciò che è stato fatto in sua assenza, non molto a esser sinceri, riguarda il futuro. Nel presente, Cristiano è imprescindibile perché è l’unico a incutere il terrore negli avversari: il modo in cui la difesa dello Spezia si è aperta al suo cospetto ha seriamente ricordato il Mar Rosso quel giorno lì. Però Cristiano resta quello che ti costringe a disegnare una formazione per bilanciarlo, e il trapezio offensivo immaginato da Pirlo è un’ipotesi di lavoro che a novembre sembra un po’ tardiva. Specie in presenza di una concorrenza diffusa: del Milan si è detto, del Sassuolo diremo, l’Atalanta e l’Inter sono lì e senza i punti perduti a tavolino Napoli e Roma sarebbero allineate a quota 12".

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