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Conte-Inter, Gazzetta: “L’addio sazierebbe l’orgoglio di Antonio ma si rivelerebbe anche…”

L'analisi del quotidiano sulle ultime in casa Inter

Matteo Pifferi

"Una specie di Sindrome di Stoccolma: Antonio Conte, che voleva normalizzare la Pazza Inter, medita la pazzia di lasciarla, dopo averla portata al secondo posto in campionato e in finale di Europa League". Apre così l'analisi de La Gazzetta dello Sport sulla vicenda Conte, al quale la dirigenza e la società ha regalato un mercato "imperfetto" un anno fa, secondo il quotidiano. "Dzeko e Vidal, promessi, non sono arrivati e neppure alternative all’altezza. La coperta, specie a centrocampo, si è dimostrata corta, anche a causa degli infortuni. Lukaku, che a un certo punto aveva solo il bimbo Esposito come alternativa, è stato condannato all’eternità di titolare. Il Sassuolo, con altre ambizioni, aveva più opzioni offensive dell’Inter", commenta la Rosea.

SFOGHI - Il mercato imperfetto ha portato alla frustrazione di Conte e dell'ambiente per non aver concretizzato primi tempi di assoluto livello (come a Barcellona e Dortmund) prima di crollare nella ripresa per stanchezza o cambi non all'altezza. Implosioni avute anche in campionato, come a Firenze o a Lecce, che hanno attirato critiche. "Qui Conte si sarebbe aspettato un maggiore soccorso da parte del club, come denunciato nella sclerata di Bergamo. Si sarebbe aspettato dirigenti che giustificassero le difficoltà alla luce dell’emergenza della rosa e di una prima stagione di crescita. Più solidarietà e meno proclami ambiziosi. Invece Antonio si è sentito solo, anche nel denunciare il calendario post-lockdown che concedeva più riposo a Juve e Lazio rispetto all’Inter. E’ toccato a lui farlo notare", commenta il quotidiano.

MERCATO COMUNQUE IMPORTANTE - In vista dell'incontro dei prossimi giorni tra Conte, Zhang e i dirigenti, è bene sottolineare che il mercato dell'Inter di un anno fa sia stato comunque importante. Sono arrivati Lukaku (75 mln, l'affare più caro della storia nerazzurra) e per la stessa cifra sono arrivati anche Barella e Sensi. A gennaio ci sono stati i rinforzi di Young, Moses e soprattutto Eriksen e qualche mese fa è stato chiuso anche l'affare Hakimi in vista della prossima stagione. E c'è da mettere in conto che Marotta ha fatto da parafulmine con la società dopo le dichiarazioni di Conte: "Alle bordate di Boban, la proprietà del Milan ha risposto in altro modo. Antonio metta in conto anche l’eleganza di Marotta che ha sempre smorzato in pubblico e ricucito in privato. E apprezzi la proverbiale pazienza cinese. Oltre all’annualità da 11 milioni netti, ovviamente", commenta la Rosea che, sull'eventuale addio di Conte, scrive così:

"A caldo sazierebbe il suo orgoglio, a freddo, più in là, si rivelerebbe una porta sbattuta in faccia a un futuro di possibilità. E tra queste, una molto ghiotta per il suo orgoglio famelico: porre fine alla tirannia della sua ex. Non sarà facile per il debuttante Pirlo, con una micro preparazione, mettere a punto la sua prima Juve che dovrà fare mercato umile, dopo il Covid e i mancati introiti Champions. Improbabile che le altre siano trasfigurate da investimenti galattici. L’ambiziosa e danarosa Inter di Zhang, con le solide fondamenta tecniche gettate da Conte, può aprire un ciclo. L’importante è che martedì le due parti si alzino dal tavolo pienamente convinte della strada scelta. Per non ripetere l’estate juventina del 2014: Conte che iniziò la preparazione prima di dimettersi. Allegri è pronto anche a questo giro. Ma uno strappo sarebbe la sconfitta del buon senso. E il popolo interista non capirebbe. Come due che si lasciano dopo un anno di matrimonio, per una lite sugli spazzolini da denti".

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