Mentre l'Italia continua a combattere l'emergenza Coronaviruscon migliaia di morti, il mondo del calcio continua a interrogarsi sulle date della ripresa. Nel suo editoriale, il giornalista Tony Damascelli attacca duramente il mondo del calcio e si domanda il motivo per il quale non si prende in considerazione uno stop definitivo.
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Damascelli: “Non è un virus ma una guerra: annullare il campionato a una condizione”
L'editoriale sulle pagine de' Il Giornale del noto giornalista sulla sospensione definitiva della stagione
"L’Italia vive lo strazio, il football sfoglia la margherita, i presidenti litigano, secondo stile condominiale. A nessuno viene in mente, sempre che l’oggetto in questione sia in funzione costante, che si potrebbe anche sospendere definitivamente la Serie A e la Serie B, perché questo non è soltanto un virus ma è la guerra, perché le immagini tragiche dei camion militari che portano via da Bergamo le bare sono l’ombra che deve seguirci a lungo, per insegnarci che la vita è una cosa seria e non si combatte cantando sui balconi o praticando lo jogging, come idioti (o forse pusher e tossici che non possono frequentare i parchi, blindati). Annullare il campionato, senza vincitori e vinti, senza assegnazione dello scudetto, ricominciando da zero a settembre, sempre che l’autunno non abbia ancora i veleni di queste stagioni che non hanno senso. Ma a una condizione: che anche l’Uefa si adegui, che metta gli attributi (ehm) sul tavolo, che cancelli le coppe, che abbia il coraggio e la coscienza di comprendere il momento di strazio in ogni dove. Come si può pensare di tornare in campo a mentre le ambulanze corrono, quelle sì e non per sport, mentre medici e infermieri non stanno a bordo campo ma in sala operatoria? Fermarsi, dunque, pensare. E rinviare i giochi, tutti, quando la vita sarà, di nuovo, vera".
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