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Cds – Defibrillatori e idoneità, in arrivo nuove regole: ecco quali

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Dovrebbe essere valutato dagli esperti un approccio più graduale e ponderato rispetto al passato

Gianni Pampinella

A seguito del malore che lo aveva colpito durante Danimarca-Finlandia, a Christian Eriksen venne impiantato un defibrillatore cardiaco sottocutaneo (ICD). Impossibilitato a giocare nel campionato italiano, il danese aveva rescisso il contratto con l'Inter e si è poi accordato col Brentford. Adesso, come sottolinea il Corriere dello Sport, in Italia potrebbero esserci delle novità in materia di defibrillatori. "Dovrebbe essere valutato dagli esperti un approccio più graduale e ponderato. Primo punto di valutazione resterà la natura della patologia invalidante, la sua gravità".

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"Al secondo punto, sarà il tipo di sport praticato tra le varie categorie individuate. Una malattia recidivante, o potenzialmente progressiva, che può aggravarsi per sforzi ripetuti ad alta intensità, come ad esempio la cardiomiopatia aritmogena (la malattia di Morosini e Astori) non potrà in un atleta essere superata semplicemente con un ICD. Diverso il discorso, per esempio, in caso di miocardite (malattia infiammatoria del cuore causata da un virus) la cui guarigione completa potrebbe consentire la rimozione del defibrillatore stesso e il ritorno alle gare. In sostanza, non è che in Italia non si gioca né si giocherà semplicemente perché si ha un defibrillatore: dipende e dipenderà da molte cose. Le nuove Linee Guida COCIS, pur rimanendo attente e severe nel proteggere la salute dell’atleta, lo metteranno in chiaro".

(Corriere dello Sport)

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