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Dott Carù: “Eriksen? Meglio non torni. Kanu fu diverso. Fadiga invece…”

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Le parole del cardiologo: "Eriksen? Giocare a calcio col defibrillatore automatico è un problema ed è rischioso"

Marco Astori

Intervenuto ai microfoni de Il Messaggero, Bruno Carù, cardiologo dello sport che ha già lavorato con l'Inter in passato, ha commentato così la notizia del ritorno ad allenarsi di Christian Eriksen: «Sì, ho letto. Ma ribadisco: giocare a calcio col defibrillatore automatico è un problema ed è rischioso».

Esclude dunque che Eriksen possa tornare a fare attività agonistica di alto livello?

«Non si può. Sarebbe meglio non farlo perché, specialmente per gli sport di contatto, potrebbe subire un trauma il device e rompersi. Se prende un calcione sulla macchinetta, quella va in pezzi ed è inutile averla messa. Lui corre rischi abbastanza seri perché il calcio è uno sport di contatto. Se lui facesse un altro sport, il nuoto per esempio, non avrebbe gli stessi problemi».

Nel 1996, lei all'Inter si occupò di Kanu, per il quale formulò la diagnosi: malformazione alla valvola aortica.

«Rispetto a Eriksen, quella fu una situazione diversa. Kanu aveva avuto un'aspirazione congenita della valvola aortica che era stata aggiustata e plastificata a Cleveland in maniera meravigliosa, ma non cambiata. Ed infatti, dopo l'intervento il nigeriano riprese a giocare».

Ricorda dei precedenti con patologie analoghe a quelle di Eriksen?

«Sì, ricordo il caso di un altro giocatore preso dall'Inter, il senegalese Khalilou Fadiga. Gli diagnosticammo un problema cardiaco e non poté dunque giocare a calcio in Italia. Lui per questo andò a giocare all'estero, contro il parere dei medici. Ma a causa di quel problema giocò poco e dovette ritirarsi».

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