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Garlando (GdS): “Inter, il punto debole è il centrocampo: Brozovic non è un leader, meglio Tonali”

Il giornalista, in un editoriale sulla Gazzetta, spiega perché l'Inter dovrebbe privarsi del croato

Matteo Pifferi

Luigi Garlando, giornalista de La Gazzetta dello Sport, ha parlato così dell'importanza del centrocampo come asse importante e determinante nelle grandi squadre:

"Costruzione: Pirlo. Interdizione: Gattuso. Rifinitura: Totti. L’ultimo Mondiale, nel 2006, lo abbiamo vinto grazie alla difesa di ferro di Buffon e di Cannavaro, Pallone d’oro, ma anche (soprattutto) grazie a tre eccellenze assolute a centrocampo. Il Milan che l’anno dopo ha sollevato la Champions ad Atene era fondato su un quadrilatero olimpico: Gattuso, Pirlo, Seedorf, Kakà. Così come l’Inter dell’ultima Champions italiana, quella del Triplete: Zanetti, Thiago Motta, Stankovic, Sneijder. Non si scappa: è in mezzo al campo che si vince e si fa la storia. Infatti nell’ultimo decennio non abbiamo beccato palla, né come club né come Nazionale, proprio perché siamo incappati in una crisi generazionale tecnico-tattica in mediana e l’Europa ci ha lasciato indietro spostandosi nel futuro".

NAZIONALE - "Prima il regno dei palleggiatori alla Xavi e Iniesta che ha infierito sui nostri antichi mediani da catenaccio; poi la nuova stirpe dei centrocampisti polifunzionali, costruttori box to box, che ha nel belga De Bruyne il migliore esponente e in talenti come De Jong, Saul e Valverde esemplari di razza. Non è un caso che Mancini abbia rialzato la Nazionale puntando tutto sul centrocampo e su profili del genere: Barella, Tonali, Pellegrini, Castrovilli... Dovrebbero farlo anche Juve e Inter che hanno nel centrocampo il loro punto debole".

INTER - "L’arrivo di Eriksen ha convertito necessariamente il 3-5-2 in 3-4-1-2. Con Hakimi è in arrivo un esterno mancino di pari prestigio e attitudine offensiva. Perciò deve cambiare la mediana. Serve molto meno Brozovic, che tiene troppo palla e che non ha mai completato la sua maturazione di leader. Meglio due interni da combattimento, come Barella e Tonali, di cui uno (Tonali) portato alla verticalizzazione lesta e al lancio lungo per gli esterni. Fatte le debite proporzioni, visto che arriva da Brescia, Tonali potrebbe costruire con Eriksen l’asse che il giovane Pirlo costruì con Baggio. Tonali può anche permettersi una prima stagione da apprendista, part-time. Se Marotta riesce a procurarsi nel ruolo una prima scelta a livello internazionale, magari non De Bruyne ma roba simile, molto meglio per Conte. Magari di buona fisicità di cui l’Inter in mezzo non abbonda. Un giovane Vieira di regia e copertura. E poi seconde linee più solide di Vecino e Gagliardini, mancate quest’anno. In ogni caso è da centrocampo che deve partire l’assalto di Juve e Inter all’Europa".

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