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Calciopoli, nuovo ricorso per Giraudo. Fa appello alla Corte europea dei diritti dell’uomo

L'ex dirigente della Juve chiede alla Cedu se l'Italia ha sbagliato a condannarlo tramite le giurisdizioni sportive

Eva A. Provenzano

Antonio Giraudo è stato protagonista, insieme a Moggi e non solo, dello scandalo che ha travolto il calcio italiano nel 2006. Parliamo di Calciopoli, ovviamente. Ancora fa discutere dopo più di dieci anni quel brutto momento. E secondo quanto scrive l'agenzia LaPresse, proprio Giraudo, ex dirigente della Juventus, ha presentato ricorso alla Cedu, la Corte Europea dei diritti dell'Uomo. Si tratta dell'organismo che risolve questioni giuridiche che riguardano l'essenza dello Stato di diritto.

Secondo Giraudo e i suoi legali, Jean-Louis Dupont e Amedeo Rosboch, "l'Italia ha violato l'art. 6 della Convenzione (che garantisce l'accesso a un tribunale precostituito per legge e il diritto ad un giusto processo)". Avrebbe violato quell'articolo perché avrebbe lasciato alla federazione sportiva la creazione di una giurisdizione disciplinare. E proprio la giustizia sportiva non avrebbe garantito all'ex dirigente bianconero il tempo necessario per difendersi.

La Cedu quindi sarà chiamata a decidere se la 'durata ragionevole' sia stata violata. E se la legge 208/2003 sia una violazione perché non consente alle giurisdizioni dello Stato di annullare le decisioni della giustizia sportiva.

(Fonte: gazzetta.it)

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