Un grave lutto scuote il mondo del calcio. È morto oggi all’età di 53 anni Sinisa Mihajlovic, ex calciatore e allenatore serbo con un lunghissimo trascorso in Italia e nel campionato di Serie A. Nel 2019 aveva contratto una forma di leucemia mieloide acuta che dallo scorso marzo lo aveva costretto a sottoporsi ad un nuovo ciclo di cure per contrastare la ricomparsa della malattia. Una lunga battaglia affrontata con coraggio e determinazione, come specificato anche nelle motivazioni del riconoscimento speciale ricevuto nel 2020 nell’ambito delle premiazioni per la Panchina d’Oro.
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Gravina su Mihajlovic: “Esempio per tutti, è un giorno triste per il calcio italiano”
“Sono profondamente addolorato, è un giorno triste per il calcio italiano - dichiara il Presidente della FIGC Gabriele Gravina -. Sinisa è stato un protagonista dentro e fuori dal campo, un esempio di passione, determinazione e coraggio, in grado di ispirare e di emozionare. Mihajlovic è stato un campione vero come calciatore, come allenatore, ma soprattutto come persona. In un’epoca spesso contraddistinta dalla falsità, ha saputo anteporre sempre la verità non sottacendo i suoi difetti e le sue debolezze. Anche per questo deve essere ricordata la sua positiva testimonianza di vita”.
Dopo aver vinto nel 1991 la Coppa dei Campioni con la Stella Rossa, l’anno seguente Sinisa fu acquistato dalla Roma, con cui giocò fino al 1994 collezionando 54 presenze e un gol. Dotato di un mancino straordinario e tra i più grandi specialisti della storia sui calci piazzati (28 punizioni trasformate in Italia), proseguì la sua carriera nella Sampdoria (dal 1994 al 1998, 110 presenze e 12 reti) per poi passare nel 1998 alla Lazio. Con la maglia biancoceleste realizzò 20 reti in 126 presenze, vincendo uno Scudetto, una Supercoppa UEFA, una Coppa delle Coppe, 2 Supercoppe Italiane e altrettante Coppe Italia. Chiuse la sua carriera da calciatore nell’Inter, aggiungendo in bacheca uno Scudetto, una Supercoppa Italiana e altre 2 Coppe Italia. Da sottolineare anche i suoi numeri in Nazionale: con la Jugoslavia ha collezionato 63 presenze e 9 reti, partecipando alla Coppa del Mondo del 1998 e al Campionato Europeo del 2000.
Non sempre un grande calciatore riesce a ripetersi come allenatore, ma Mihajlović ha dimostrato di saper eccellere anche in questa nuova veste. La sua seconda vita sportiva è iniziata nel 2006 all’Inter nel ruolo di assistente tecnico dell’attuale Ct azzurro Roberto Mancini, con cui ha vinto 2 Scudetti e una Supercoppa Italiana. L’esordio da tecnico risale invece al 2008 a Bologna, un’esperienza a cui hanno fatto seguito quelle sulle panchina di Catania, Fiorentina, Sampdoria, Milan, Torino e Sporting Lisbona. In mezzo anche una parentesi da Ct della Nazionale serba e il ritorno a Bologna, dove è rimasto per tre stagioni prima dell’esonero dello scorso settembre. A Bologna, dove è cittadino onorario, e in tante altre città italiane, Sinisa ha fatto centro anche nel cuore della gente, e oggi tutto il mondo del calcio lo piange.
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