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CorSera – Inter, gruppo non fatto di vincenti. Eriksen ancora un corpo estraneo

Secondo il quotidiano c'è ancora grande divario tra Inter e Juve, i bianconeri più abituati a giocare partite decisive

Andrea Della Sala

L'Inter ha perso in casa della Juve e si è improvvisamente svegliata dal sogno scudetto. Ora la banda di Conte dovrà rialzarsi e tenere altra la concentrazione nonostante il momento.

"Impossibile non abbattersi. Il morale era a terra ad Appiano Gentile. Si è vista una differenza lampante, non solo a livello qualitativo, ma anche di gruppo. La Juve può contare su una base storica abituata a disputare certe partite, a non sbagliarle. Ha individualità, calciatori esperti come Bonucci, Chiellini, Buffon, Pjanic, Ronaldo, capaci di trainare, soprattutto in certi big match, il resto della truppa. All’Inter certe figure mancano, il gruppo non è fatto di vincenti, ma di giocatori che devono ancora fare il salto per diventare top player, come disse Conte a inizio stagione. Insomma non c’è l’abitudine a lottare ad alti livelli", spiega il Corriere della Sera.

"Chi avrebbe dovuto aggiungere qualità è il danese Christian Eriksen. Il centrocampista però è ancora un corpo estraneo. Non dà sufficienti garanzie, soprattutto deve cambiare atteggiamento. È arrivato come l’arma in più, sta diventando un boomerang. La stagione dell’Inter ha preso una piega difficile, la sconfitta di Torino ha sancito l’addio allo scudetto, la Coppa Italia resta in sospeso, rimane l’Europa League diventato obiettivo primario. Eriksen è da più di un mese in Italia, ma finora ha sempre tenuto lo stesso atteggiamento, soprattutto in campo. Che la squadra sia in vantaggio o costretta a rimontare il centrocampista gioca con la stessa intensità e questo l’Inter, che rispetto all’andata ha 10 punti in meno, non se lo può permettere. Finora è stato titolare soltanto in tre occasioni: in campionato a Udine e nella doppia sfida con il Ludogorets, quando trovò anche la prima rete in nerazzurro. Corteggiato per un mese, pagato 20 milioni, presentato alla Scala come il più importante degli acquisti, il danese si aspettava forse di entrare da subito nella formazione titolare. Conte però non è né un marziano né un autolesionista, conosce il valore del giocatore, ma anche i suoi attuali limiti. Giovedì in coppa contro il Getafe potrebbe partire dall’inizio, per provare a trasformarsi da caso in risorsa", aggiunge il quotidiano.

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