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La Stampa: “L’Inter ha perso forse per troppa presunzione. E Lautaro…”

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"L’Inter perde per troppa leggerezza, forse perché si è sentita più forte ed è andata a sbattere sulla propria presunzione", commenta La Stampa
Matteo Pifferi Redattore 

"Se devo cadere, meglio farlo con le mie idee. E, alla fine, non è caduto: Paulo Fonseca gioca il derby della (quasi) disperazione disegnando un Milan coraggioso e il derby lo vince. Come? All’89’ la testa di Gabbia, ragazzo rossonero come Dimarco lo è nerazzurro, spinge il pallone della liberazione nell’angolo dove Sommer non può che guardare. Apoteosi e festa: Sarri, Tudor, Terzic sono solo nomi di allenatori che non toglieranno la panchina a Fonseca perché la grande paura è passata e il tecnico portoghese può pensare all’immediato futuro". Apre così l'articolo de La Stampa sul KO dell'Inter contro il Milan.

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"L’Inter perde per troppa leggerezza, forse perché si è sentita più forte ed è andata a sbattere sulla propria presunzione: niente settimo sigillo di fila nel confronto con i cugini, quota mai toccata da nessuna delle due parti in città, e mea culpa per il modo in cui (non) ha giocato il duello più atteso. Prima Pulisic, poi Dimarco: a metà gara il derby è in parità. Prima Pulisic perché il Milan si prende l’avvio: i rossoneri non rubano l’occhio, ma giocano e segnano quando l’americano si mette in proprio con una fuga verso Sommer tagliando il campo senza incontrare resistenza alcuna, ultimo a cadere Pavard. Fonseca esulta, Inzaghi è perplesso davanti a una corazzata che non sembra più tale: la sua Inter si mostra distratta, quasi disinteressata all’andamento della sfida fino all’entrata in scena del solito Dimarco. Sarà la sua fede interista fin da bambino, ma l’esterno azzurro capisce che non è il caso di restare a guardare, così si inventa un dolce stop, il dialogo con Lautaro e la chiusura, in gloria, dell’azione con un velenoso diagonale", aggiunge poi il quotidiano.


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"Se Dimarco è la luce, Lautaro lo è ad intermittenza: il capitano nerazzurro è lontano dal gol da un tempo distante anni luce dalla sua normalità e se giochi ossessionato dalla voglia di esultare le cose si complicano. L’Inter è meno bella rispetto al viaggio di Manchester, il Milan lo è molto di più se il parametro è la brutta figura con il Liverpool di martedì scorso. La seconda parte si apre come la prima: rossoneri dentro al derby e ad un passo dal nuovo vantaggio con Leao, nerazzurri come un’onda che non cresce con il passare dei minuti", prosegue poi La Stampa che chiosa così: "Ai punti avrebbe vinto Fonseca e Fonseca vince all’ultimo assalto: la testa di Gabbia vale oro, il coraggio ha fatto il resto con Morata e Abraham insieme più Leao e Pulisic. Inzaghi viaggia ad andamento lento, i complimenti di Pep Guardiola non gli mettono le ali: la prima giornata con il cartellone ricco di adrenalina lascia il Toro da solo in testa"

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