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Lega Serie A, Dal Pino: “Media Company? Produrremo noi i contenuti. Stadi aperti? I presidenti…”

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Le parole del presidente della Lega Serie A in conferenza stampa al termine dell'Assemblea di oggi

Daniele Vitiello

L'assemblea di Lega Serie A di oggi a Milano potrebbe aver gettato basi importanti per il futuro del calcio italiano. In maniera unanime è stato deliberata la creazione di una media company per la commercializzazione dei diritti tv del massimo campionato. Al termine dell'incontro, il presidente Paolo Dal Pino ha parlato ai microfoni dei cronisti presenti. Queste le sue parole, raccolte dall'inviato di Fcinter1908.it: "Domani c’è un passaggio fondamentale, l'approvazione legge stadi alla Camera. Un passaggio fondamentale di cui si parla da molti anni e non più rimandabile per rilanciare il nostro calcio. Dobbiamo avviare in fretta l'ammodernamento e la costruzione di nuovi stadi. Il provvedimento in corso di approvazione serve a snellire procedure burocratiche che hanno reso impossibile mantenere i nostri impianti al passo del resto d’Europa".

"Noi possiamo essere generatori o moltiplicatori di Pil, dobbiamo essere messi in condizioni di farlo. Soprattutto in un momento in cui il paese è difficoltà e noi possiamo trasformarci in moltiplicatori di Pil. Ci tengo a dirlo perché è fondamentale, è anche uno dei punti di base del discorso media company, se fai prodotto media con stadi non adeguati evidentemente è difficile competere con altri che hanno strutture moderne, esteticamente migliori. È un punto di rilievo molto importante per noi.

"Un tema estremamente importante è l'interlocuzione che abbiamo noi e Gravina per tutte quelle che sono misure che riguardano il protocollo sanitario e dall’altro l’accesso agli stadi. I calciatori fanno un tampone ogni 4 giorni, si spiega per un periodo come maggio e giugno in cui gare erano ravvicinate, oggi con gare ogni 7 giorni cambia scenario. Abbiamo chiesto di spostarli ogni 8/9 giorni e riteniamo sia misura importante per giocatori e perché ha costo molto elevato. Il sistema di sicurezza che mettiamo in piedi è di alto profilo. Lo avete visto anche nei due mesi di campionato tra giugno e luglio.

"Non siamo capaci allo stadio di fare entrate distanziate, mettere persone a distanze giuste. La prima cosa è la salute ma facciamo cose per bene. Il sistema rischia di collassare, togliere possibilità di avere fatturato da biglietteria per nostre squadre è elemento dirompente. Se possiamo fare cose in totale sicurezza e per bene facciamo il bene di tutti. I presidenti chiedono a noi di affrontare il problema nelle sedi giuste, facendo cose nel giusto non si può dire che pubblico sia zero. Poi andrà controcorrente, ma sto dicendo cose normali, non sto dicendo di riempire uno stadio e metterli uno vicino all’altro".

"Oggi abbiamo fatto delibera all’unanimità, ora ci sono tutti i passi successivi. Abbiamo deliberato di elaborare costituzione media company in partnership con private equity, verificandosi una serie di condizioni tecnico/legali che riteniamo che esistano e che devono essere verificate al 100%. Abbiamo già fatto tanto lavoro. Abbiamo limitato l’analisi a chi seriamente per mesi ha lavorato a progettualità, le due cordate di fondi che conoscete, con loro andremo ad approfondire nei prossimi giorni una serie di tematiche che vanno dal piano industriale al piano d’approccio dal punto di vista tecnico/legale ancora aperti".

"Media company? Calcio è entertainment, è il contenuto forse più amato dagli spettatori, vedendo audience tv. Parlando con alcuni manager di importanti squadre internazionali, una cosa che mi aveva colpito è come considera concorrente non una squadra ma una media, perché si è produttori di contenuti. Quando abbiamo ragionato abbiamo detto “prendiamo in mano nostro il destino”, prendiamo in mano nostra produzione di contenuti. Per farlo bisogna creare una nuova struttura e investire in risorse sapendo che è una sfida colossale perché abbiamo di fronte mercato in cui tecnologia ha cambiato tutto, in cui fruizione dei contenuti è molto diversa. In cui il marketing e distribuzione del prodotto hanno subito accelerazione e rivoluzione impressionante. Dobbiamo essere in controllo di tutto questo. Lega ha lavorato per tanto con intermediari, 4/5% va a fatturato ancora oggi, ma il valore deve stare in casa non fuori".

"Unanimità? Dobbiamo arrivare in fondo, non sono io che ho convinto nessuno, sono loro che si sono convinti. Mi risulta arduo che qualcuno non possa pensare che sia cammino giusto. Ho la fortuna di avere assemblee con unanimità spesso, quando si pensa per un bene comune. Non mi sorprende ma non ho convinto nessuno. Se ostacoli nelle offerte dei fondi dovessero essere insormontabili? Ci arrenderemo, ma prima dovremmo parlare con i nostri advisor che stanno seguendo l’operazione, abbiamo miglior supporto possibile. Unica soluzione se non andasse è andare avanti con media company".