Una lezione per il Psg?
"Tutti vogliono vincere la Champions, ma serve massima esigenza sempre, altrimenti c’è sempre una squadra che ti ricorda che non va dato nulla per scontato. Pochi pensavano che l’Inter potesse arrivare in finale e invece per poco non la vincono. Bisogna lavorare bene per essere migliori degli altri".
Lei ha preso posizione sui casi di razzismo contro Romelu Lukaku a Torino e Vinicius a Valencia. Da capitano della Francia può ormai fare in modo che le cose cambino: da dove iniziare?
"Da noi giocatori: dobbiamo uscire tutti dal campo e capire che abbiamo il potere di cambiare le cose. Se usciamo, si capirà che la situazione è grave. Con il Psg lo facemmo con il Basaksehir in Champions nel 2020 e la partita fu rigiocata. Lamentarsi non basta più. Con Vinicius c’è stata la mobilitazione della Federcalcio brasiliana, utile per mediatizzare. Nel 2023 non si può più permettere a una minoranza di rovinare il piacere del calcio: al di là dei soldi e della fama, giochiamo proprio per trasmettere ai tifosi il piacere di giocare e di vedere il calcio. Se ti trattano da scimmia, non hai più voglia di farlo. Certo, resterà sempre qualche razzista, ma serve più solidarietà tra i giocatori e non pensarci solo quando capita a te. Per Lukaku, i giocatori di Inter e Juve dovevano uscire: non c’è rivalità che tenga. Il razzismo va oltre il calcio. Anche le istituzioni devono cambiare: se sono lassiste, facilitano tali comportamenti. Vanno cambiate le regole. Da capitano della Francia sarà un tema su cui mi batterò. Serve svegliare le coscienze di tutti".
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