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Lulù Oliveira: “Italia-Belgio sarebbe finale anticipata. Lukaku fortissimo, Barella…”

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Nel corso di un'ampia intervista concessa a La Gazzetta dello Sport, Lulù Oliveira ha parlato così dell'Italia agli Europei

Matteo Pifferi

Nel corso di un'ampia intervista concessa a La Gazzetta dello Sport, Lulù Oliveira ha parlato così dell'Italia agli Europei:

«L’Italia è sempre l’Italia, sta confermando quello di buono che fatto in questi 3 anni con Roberto Mancini. Il c.t. ha dato la spinta, la scintilla giusta. Hanno criticato anche il suo turnover ma lui lo sa che la squadra è unita, se esce uno entra un altro ma il risultato non cambia. C’è un gruppo e uno schema che funzionano. Mancini deve aver detto loro qualcosa che sta funzionando ed è scattato qualcosa in testa».

Chi le sta piacendo di più?

«Hanno fame anche i vecchi Chiello e Bonucci e poi tutti gli altri, hanno grandi capacità, voglia di riscatto dopo la mancata qualificazione al Mondiale. Tutti in gran forma, l’ex Cagliari Barella è cresciuto tanto, Immobile sta dappertutto, è raro un attaccante così mobile».

Dove può arrivare?

«Fino in fondo, con coraggio, voglia, fare un cammino imponente. Sì, per ora non ha ancora incontrato le grandi. Mancini ha puntato sui giovani, come si è fatto in questi anni in Belgio, mai prima si chiamavano in nazionale giocatori del Sassuolo o dell’Atalanta».

Ai quarti, se si va, c’è il Belgio?

«Il Belgio è un osso duro, adesso cerca una conferma, che vuol dire vincere qualcosa. Gioca molto bene, ha grandi elementi, gli manca proprio vincere per essere consacrato. Deve arrivare fino in fondo, e potrebbe farcela. Certo, c’è l’Italia ai quarti… È una finale anticipata».

Chi si sta imponendo dei Diavoli Rossi?

«Lukaku è sempre fortissimo, quando inizia un’azione sai che la palla davanti è diretta a lui. Il difensore deve essere bravo a capire cosa vuole fare, ma non dargli l’appoggio, se no Lukaku si gira e scappa, non bisogna far fargli leva, perché è veloce anche se pesante e ha tecnica. Poi De Bruyne che grande cervello.. Invece Eden Hazard non è più lo stesso. E poi i belgi ormai giocano quasi tutti all’estero e in club forti, sono veramente uno squadrone».

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