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Pedullà: “Vidal? Era meglio lasciarlo in Catalogna. Big diventati mediocri e la colpa non è dell’Inter”

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Del periodo che sta vivendo la squadra di Conte ha parlato il giornalista Alfredo Pedullà sulle pagine di Gazzetta.it

Andrea Della Sala

Momento complicato per l'Inter che dopo la sconfitta con il Real Madrid vede il passaggio agli ottavi di Champions League più che complicato. Del periodo che sta vivendo la squadra di Conte ha parlato il giornalista Alfredo Pedullà:

VIDAL - "Arturo Vidal è l’equivoco più importante, la resa fin qui più che deludente. Conte lo aveva chiesto un anno fa, si sarebbe buttato nel fuoco per lui, aveva garantito sul rendimento e sul ritorno tecnico. I dati parziali (attenzione, parziali) dicono che aveva fatto bene l’Inter a non forzare lo scorso gennaio, si sarebbe dovuta arrampicare sulla montagna Barcellona piena di pretese esose. I fatti di dieci mesi dopo - con Arturo in nerazzurro - garantiscono che sarebbe stato meglio lasciarlo in Catalogna. Vidal ha condizionato pesantemente, in negativo, tre partite in Champions: la prima e le ultime due. Fosse un aspetto tecnico, al limite si potrebbe sorvolare. Ma quando sono i suoi soliti comportamenti, con successive sortite social poco apprezzabili e comprensibili, i dubbi (chi me l’ha fatto fare?) diventano quasi certezze", spiega il giornalista su Gazzetta.it.

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HAKIMI - "Achraf Hakimi resta un super colpo, avrà tempo e modo di dimostrarlo dopo mille contrattempi, Covid compreso. Ma è incredibile come, lui con la sua personalità, venga coinvolto in questo momento assurdo. I regali al Real, sia all’andata che al ritorno, prigioniero di un sistema tattico che non sprigiona la sua corsa, il suo talento, cross e assist come se piovesse. Conte non deve prendersela, ma questa mancanza di certezze è una colpa più grave dei risultati che non arrivano. Sono diventati tutti mediocri, normali, anche chi (Hakimi, certo) a Dortmund aveva dimostrato di essere uno dei primi tre specialisti d’Europa nel ruolo di competenza".

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ERIKSEN - "I quattro minuti più recupero concessi a Christian Eriksen, all’interno di una partita ampiamente compromessa. Come se il messaggio fosse: vieni anche tu all’inferno, quattro minuti più recupero è la risposta alla tua inadeguatezza, non avrebbero dovuto prenderti conoscendo le esigenze agli antipodi (temperamento, non piedi morbidi) dell’allenatore. Si può giocare su tutto, ma non sulla pelle di un club che ha fatto per te quello che avrebbe dovuto fare, aggiungendo qualcosa in più. Se hai un grande allenatore, accontentalo e fagli il mercato che chiede, a maggior ragione avendone le possibilità. Ma quando i risultati, sia pur parziali, sono questi la svalutazione è la triste sintesi tra quanto hai speso e quanto (non) hai raccolto", chiude Pedullà su Gazzetta.it.

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