Intervenuto sulle colonne del Corriere dello Sport, Roberto Perrone ha analizzato così il momento di forma dell'Inter:
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Perrone: “Inzaghi ad oggi ha fatto meglio di Conte. Alzi la mano chi in estate…”
Intervenuto sulle colonne del Corriere dello Sport, Roberto Perrone ha analizzato così il momento di forma dell'Inter
"Centotré per cento favorita. L’Inter di Simone Inzaghi supera il friabile ostacolo rappresentato dalla Salernitana, debole in campo e travagliata fuori, e allunga a più quattro sui rivali-cugini del Milan, che attendono il Napoli domani sera, e a più sei sull’Atalanta, che oggi riceverà la Roma. Con i cinque gol della passeggiata di salute a Salerno, con una prova di forza e superiorità senza margini per gli avversari, i nerazzurri del 2021 travolgono il primato di reti nell’anno solare finora appartenuto agli antenati del 1950: 103 a 99. Ma in questo dato non c’è solo una rilevanza statistica. I numeri, per quanto importanti, da soli sono solo un esercizio futile. I numeri devono dire qualcosa e in questo caso illustrano un aspetto importante che riguarda la continuità tra l’Inter di Antonio Conte e quella di Simone Inzaghi. Il tecnico “di recupero”, scelta obbligata dopo l’addio del vincitore dello scudetto, del ricostruttore dell’identità interista, undici anni dopo il picco della tripletta, a metà dell’opera, ha fatto anche meglio del predecessore: ha ottenuto più punti e presumibilmente (Torino permettendo) finirà il girone d’andata con il titolo di campione d’inverno che non dà trofei, però dà un segnale. Inzaghi è andato pure avanti in Champions League, filando nel doppio binario di Italia ed Europa, mentre nel dicembre 2020 i nerazzurri erano stati ricacciati all’interno dei confini nazionali. La metà dell’opera non è la fine della medesima, ma le premesse sono rassicuranti".
"E lo sono a dispetto, come sottolineava il direttore sportivo dell’Inter Piero Ausilio, del timore che le partenze di Conte, di Lukaku e di Hakimi e la perdita di Eriksen, potessero “ammazzare” il presente dei campioni d’Italia. Il cammino di questi mesi racconta del superamento della paura di non essere competitivi, della continuità di vittorie, della capacità da parte di Inzaghi di valorizzare i nuovi arrivati, di sostenere la “vecchia guardia”, di contenere la piccola crisi seguita alla sconfitta con la Lazio. Bisogna confessarlo, senza far finta di aver pensato il contrario, ma alzi la mano chi, all’inizio dell’anno sociale nerazzurro, pensava che, a questo punto, l’Inter avrebbe avuto questi punti, questa determinazione, questa sicurezza, questa facilità di gioco, questa fluidità nel cammino. Non si poteva certo preventivare un crollo verticale, ma neanche prevedere che, con quella mini smobilitazione post scudetto, si potesse mantenere questo passo svelto, questa gagliardia".
"Bene, invece questo è accaduto, questo sta accadendo: l’Inter è, di nuovo, la più seria pretendente per lo scudetto. Proprio per questa solidità dal fondo contiano ridisegnata da Inzaghi che, come un giovane e brillante cuoco, prende la ricetta del maestro e, pur mantenendo gli ingredienti fondamentali e la base, la cambia, la migliora per renderla adeguata ai nuovi tempi e alle nuove sfide. Il traguardo è ancora lontano, Inzaghi è giustamente prudente, ma per l’Inter, a questo punto, esistono solo vibrazioni positive".
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