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Perrone: “Inter, resta un pezzo di speranza a cui aggrapparsi. L’urlo di Conte ha il tono…”

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L'analisi del giornalista

Gianni Pampinella

Il giorno dopo la vittoria dell'Inter contro il Borussia Mönchengladbach, dalle colonne del Corriere dello Sport Roberto Perrone analizza la gara dei nerazzurri. "Non possiamo non dirci contiani, malgrado tutto, malgrado le sue contraddizioni, perché è un allenatore che sa trasformare le squadre, se non altro riesce a farle stare lì, aggrappate a ogni zolla, fino all’ultimo. Non è finita, ma il suo urlo “e andiamo” ha il tono della riscossa nei confronti dell’Europa, per lui matrigna. Il destino di Antonio Conte è isolazionista, non per scelta, certamente, ma qualcosa non funziona nei suoi rapporti con le Coppe e la Champions in particolare, sempre come una montagna troppo alta da scalare. Però Conte è ancora aggrappato alla parete. Magari la sua Inter non è solida, granitica come la sua Juventus, però non è neanche quella flaccida e sperduta, distratta e rinunciataria che abbiamo negli anni prima di lui"

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"E’ vero che qui fa un po’ più di fatica, anche se la prima stagione è finita con un secondo posto e una finale europea, la sua prima personale, la prima nerazzurra dal 2010, anno di grazia della Tripletta. L’Inter può uscire ancora (da tutto), ma almeno resta un pezzo di speranza a cui aggrapparsi, almeno c’è un’altra partita da giocare. Anche se la Champions è matrigna, la versione di Conte è sempre la stessa: esserci, fino all’ultimo". 

(Corriere dello Sport)

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