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Pirola: “Cresciuto grazie a Skriniar e De Vrij. Esordio con l’Inter? Io grato a Conte”

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Lorenzo Pirola, difensore scuola Inter ma in forza al Monza, ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport.

Matteo Pifferi

Lorenzo Pirola, difensore scuola Inter ma in forza al Monza, ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport.

Nel giorno dei suoi 19 anni è arrivata la prima da titolare. Il compleanno dei suoi sogni?

«Sicuramente. Brocchi mi ha impacchettato un regalo bellissimo: ho capito che avrei giocato nella rifinitura. Sono molto autocritico, ma penso di aver fatto una bella prestazione: abbiamo vinto lo scontro diretto senza subire reti, siamo tornati la miglior difesa e ci siamo secondi da soli».

Sabato potrebbe essere confermato contro il Cittadella.

«Io mi sto allenando con la solita passione. Tutte le sfide sono toste: la classifica dice che finora l’Empoli è stata la più forte, ma mi sono piaciute anche Venezia, Spal, Chievo e proprio il Cittadella. Non vinciamo in casa da troppo tempo, è il momento di tornare a far valere il fattore campo».

Si è emozionato di più al Bentegodi o quando Conte l’ha fatta debuttare in Serie A?

«Difficile scegliere tra due momenti che ricorderò per sempre. L’esordio in A nel finale di match con la Spal è stato il coronamento del mio percorso con l’Inter. Sono grato a Conte per avermi fatto sentire parte del gruppo nonostante fossi il più giovane: ho sempre percepito la sua fiducia».

A proposito di emozioni, che effetto le ha fatto vedere Berlusconi dal vivo?

«Prima dello scorso weekend, lo avevo visto solo in televisione: ci ha trasmesso il suo carisma in vista di questa fase cruciale della stagione. Ecco, mi ha impressionato soprattutto la voglia di Berlusconi e Galliani di centrare la Serie A: non è scontato per chi nel calcio ha già vinto tutto il possibile».

In tanti la paragonano a Chiellini. Lei a chi si ispira?

«Sono cresciuto studiando Sergio Ramos e poi sul campo sono maturato con i consigli di De Vrij e Skriniar. Ma voglio continuare a migliorare: a Monzello ho dei professori come Paletta, Bellusci e Scaglia e il credo offensivo di Brocchi mi sta facendo crescere anche in fase di impostazione».

Dopo la partenza di Fossati, è rimasto l’unico brianzolo nella rosa: cosa significa per lei portare il Monza in A?

«Ho sempre seguito con simpatia il Monza e sono andato anche diverse volte a tifarlo allo stadio: è un orgoglio indossare la maglia della squadra che rappresenta il mio territorio proprio nell’anno del grande sogno».

E lei che sogno ha nel cassetto?

«Giocare nella Nazionale maggiore è ciò che desidera ogni bambino: non ho fretta, so che la strada è lunga, ma spero con tutto il cuore di arrivarci».

Magari insieme al suo gemello Carlo...

«Abbiamo giocato insieme da piccoli, poi Carlo è andato a fare il portiere nelle giovanili di Como, Atalanta e Torino: ora è in Serie D alla Casatese ed è primo. Il calcio è il nostro pane quotidiano, ma sono molto legato anche a mia sorella Camilla: il 98 sulla mia maglia è il suo anno di nascita. E il tifo della mia famiglia è il segreto che mi dà la forza nel cammino verso la Serie A».

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