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Ranieri: “Superlega? L’NBA non è il calcio. Se spendi male 100 lire, cosa fai con 1 mln?”

Foto: Sky Sport

Le parole del tecnico della Samp: "Sarebbe stata una clamorosa ingiustizia e un insulto ai valori dello sport. Ma scherziamo?"

Marco Astori

Claudio Ranieri, tecnico della Sampdoria e condottiero della storica impresa del Leicester in Premier League qualche anno fa, ha rilasciato un'intervista ai microfoni de La Gazzetta dello Sport. Questo il suo pensiero sulla Superlega.

Ranieri, provi a immaginare se al suo Leicester avessero proibito di partecipare a una Champions o Superchampions perché non aveva i requisiti storici.

«Sarebbe stata una clamorosa ingiustizia e un insulto ai valori dello sport. Ma scherziamo? Arrivi primo nel campionato più ricco e competitivo del mondo e poi in Europa ti dicono “scusa, non puoi entrare, non hai il curriculum giusto”. Una follia. E un tradimento di uno dei principi fondamentali dello sport: la meritocrazia».

In Inghilterra la reazione forte è stata ispirata in parte anche da questo strappo: andare contro valori etici profondamente radicati.

«In Inghilterra hanno ben presente quali siano le leggi fondamentali dello sport. Aggiungo un particolare: la bellezza del calcio risiede nel fatto che il più povero può sempre battere quello più forte. Nelle altre discipline, tranne eccezioni particolari, vince sempre chi ha capacità tecniche superiori».

Si vuole adottare un format statunitense e trapiantarlo nella realtà europea.

«Altro errore. La NBA è bellissima, ma non è il calcio. E non mi pare un caso che dietro ai sei club della Premier ci siano proprietà straniere. Con padroni inglesi tutto questo non sarebbe successo. Ma vedo che già stanno cambiando idea».

Alla base di tutto c’è il denaro. Il calcio ha intrapreso da tempo la via commerciale, ma non basta più.

«La verità è che questi club hanno buchi di bilancio giganteschi e provano a mettere una toppa in questo modo. Ma non è la soluzione, anche perché se mai questo progetto dovesse decollare, ci sarà la corsa al rialzo: stipendi, commissioni, mercato. Il buco peggiorerà e raggiungerà dimensioni ancora più spaventose».

L’approccio è lo stesso che ha portato all’indebitamento di alcuni stati nazionali: invece d’intraprendere una strada di risanamento, si vuole alimentare ulteriormente il gigantismo, con un colosso alle spalle come JP Morgan, la maggiore banca del mondo.

«La mia riflessione è questa: se hai gestito male cento lire, che cosa farai quando avrai in tasca un milione?».

Uefa e Fifa possono opporsi a questa corsa?

«Mi auguro di sì, anche perché hanno le risorse e le legislazioni per bloccare l’operazione».

Un messaggio ai tre club italiani coinvolti?

«Mi rivolgo alla Juve, perché Milan e Inter hanno proprietari stranieri: hai costruito la tua storia in Italia, hai 11 milioni di tifosi e non puoi voltare le spalle a tutto questo».

In Inghilterra si dà molta importanza, anche da parte di un governo conservatore, all’aspetto sociale del calcio.

«La stagione di Leicester fu straordinaria non solo dal punto di vista sportivo, ma anche per i risultati ottenuti sul piano dell’integrazione tra le due comunità, inglese e indiana. Il Leicester compattò culture diverse. Il calcio ha un’enorme valenza sociale che non può essere calpestata dalle manie di grandezza di un numero limitato di ricchi incapaci di gestire il loro patrimonio».

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